Si consuma a distanza il battibecco tra il sindaco di Firenze e il giudice di Aosta. Il primo, ospite della Repubblica delle Idee, attacca l'ex pm di Palermo: "Magistrati sconfessati da atteggiamenti alla Ingroia". E lui, dalla Festa del Fatto Quotidiano risponde: "E' un trasformista, un uomo di destra travestito da sinistra"
Da Firenze il primo dice: “Il 99% dei magistrati lavora bene ma è sconfessato dagli atteggiamenti alla Ingroia che non vuole andare ad Aosta: vi rendete conto che sono degli autentici spot per Berlusconi?”. E l’altro, dal circolo Arci “Fuori Orario” di Taneto risponde: “Il gioco di Berlusconi e della destra si fa quando si va a trovare il cavaliere ad Arcore, quando si sta dalla parte di Briatore e Marchionne invece che dalla parte dei lavoratori. Renzi parla di sinistra senza sapere cosa sia. Anzi, è grazie a personaggi come lui che la sinistra ha perso la propria identità e continua a perdere le elezioni”.
Si consuma a distanza il battibecco tra Matteo Renzi e Antonio Ingroia, ospiti rispettivamente della Repubblica delle Idee e della Festa del Fatto Quotidiano al Fuori Orario. Ad aprire la polemica, il sindaco di Firenze che attacca l’ex pm di Palermo: “Ingroia che va in Guatemala, torna, si candida e prende lo zero virgola, poi va ad Aosta e si mette in ferie è uno degli spot a favore di Silvio Berlusconi”.
E il secondo rimanda al mittente le accuse: “La satira la accetto e la apprezzo da Crozza, non da un avversario politico che mi attacca per un applauso in più. Non è con una battuta facile che si risolvono i problemi dell’Italia. Anzi, i problemi dell’Italia sono quelli che io ho combattuto per 25 anni: mafia, criminalità, malaffare, corruzione, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Quando Renzi avrà fatto un decimo di quel che ho fatto io per il mio Paese ne riparliamo”.
Il giudice di Aosta poi prosegue. “Dice che vuole conquistare voti a destra per vincere? – aggiunge Ingroia – Io credo che bisogna conquistare voti sulla base delle tue idee e non scopiazzando quelle dell’avversario, soprattutto su temi dirimenti come il lavoro. La sinistra può vincere solo conquistando i delusi della sinistra che non vanno più a votare, non lavorando per sostituire la propria demagogia e il proprio populismo a quello di Berlusconi. In quel caso non vince la sinistra, ma continua a vincere la destra travestita da sinistra, e Renzi – conclude – è il perfetto trasformista del ventunesimo secolo, un uomo di destra travestito da sinistra”.