Cosimo Catalano, figlio 40enne di Giuseppe, ritenuto il boss della locale di Siderno in Piemonte, morto anche lui suicida l'anno scorso, si è buttato dal ponte della Torino Pinerolo. Secondo Carlo Romeo, il legale che lo difendeva nel processo, "è un suicidio connesso all'aggressione del patrimonio di famiglia"
Si è buttato dal ponte della Torino Pinerolo. Così è morto Cosimo Catalano, 40 anni, imputato nel processo Minotauro, nato dalla maxi-inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte e sui suoi tentativi di condizionare la vita politica nel torinese.
Le motivazioni del suo gesto non sono ancora chiare, ma secondo Carlo Romeo, il legale che lo difendeva nel processo, “quello di Cosimo Catalano è un suicidio connesso all’aggressione del patrimonio di famiglia”. Per ora, però, il legale non si sbilancia ulteriormente, ritenendo la questione “molto delicata”.
La famiglia Catalano, infatti, era stata colpita lo scorso anno dal sequestro anticipato dei beni finalizzato alla confisca. La misura di prevenzione era stata disposta dal tribunale su richiesta della procura.
Questo è il secondo lutto che colpisce la famiglia Catalano: un anno fa a suicidarsi, lanciandosi dal balcone di casa, era stato il padre di Cosimo,Giuseppe, ritenuto il boss della locale di Siderno in Piemonte e che in quel periodo si trovava agli arresti domiciliari.
La sera prima del suicidio Cosimo era stato ricoverato in ospedale per un forte stato di agitazione. A dare l’allarme, alcuni automobilisti di passaggio. Sulla dinamica dei fatti indagano gli agenti della polizia stradale e la squadra mobile. Dai primi rilievi effettuati, però, non sembrano esserci dubbi sul fatto che si tratti di suicidio.