La protesta che finisce in tragedia. Un uomo si è cosparso di liquido infiammabile, si è dato fuoco e si è lanciato dalla finestra del primo piano del Comune di Ercolano. Si chiamava Antonio Formicola ed è morto poche ore dopo in ospedale, al reparto Grandi Ustioni del Cardarelli di Napoli. Era un fiorista, titolare di una piccola attività a conduzione familiare, in passato ha lavorato nel settore del noleggio di attrezzature per piccoli eventi e manifestazioni. Aveva circa 60 anni. La molla che ha scatenato l’assurdo gesto è stata il rifiuto del sindaco Vincenzo Strazzullo ad incontrarlo: Formicola intendeva discutere del rigetto di una concessione di suolo pubblico di fronte al suo negozio. In particolare, pare che intendesse ottenere un permesso per parcheggiare il furgone utilizzato per la propria attività.
Di fronte al municipio si è radunata una folla di centinaia di persone che gridano e inveiscono contro l’amministrazione comunale e il primo cittadino, al coro “assassino, assassino”. Qualcuno ha cercato di fare irruzione nella sede del palazzo comunale, protetta da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Si tratta per lo più di commercianti con il negozio nei pressi del Comune. Molti esercizi hanno abbassato le saracinesche in segno di protesta. Ma il sindaco informa che di solito incontra i commercianti: stamane ciò non è avvenuto perché trattenuto da altri impegni. Nel tentativo di salvare il fioraio dalle fiamme, qualcuno dall’ufficio del sindaco ha lanciato in strada un estintore. Il pesante attrezzo ha però colpito un passante, ferito e costretto al ricovero al Loreto Mare di Napoli. “Sono drammi estremi – dice l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe – cherispecchiano una situazione di crisi che ormai invade tutto e tutti”.
Luisa Bossa, deputato del Pd, è stata sindaco di Ercolano dal 1995 al 2005 e ricorda con grande affetto il fioraio scomparso: “Una persona di grande umanità e civiltà – racconta – sempre pieno di attenzione nei nostri confronti. Quando c’era da fare qualche omaggio floreale per un ospite importante, ci rivolgevamo al suo negozio e lui era sempre gentilissimo e molto comprensivo, diceva di non preoccuparci per il pagamento, ci avrebbe trattato bene e così ha sempre fatto. I suoi lavori erano belli, peraltro proveniva da una famiglia storica di fiorai, anche il padre svolgeva lo stesso mestiere. Ovviamente non posso spiegarmi le ragioni del gesto, però Ercolano è un paese stremato, disperato, dove una grande tradizione di commercio, come quella del mercato dell’usato di Resina, sta crollando sotto i colpi della crisi. E se qualche negozio ancora sopravvive è grazie al fatto che non paga più il pizzo, debellato sotto i colpi della Dda di Napoli“.