Il dibattimento doveva accertare i colpevoli di quella che il pubblico ministero ha definito 'l'immane tragedia campana', ma si è chiuso con un colpo di spugna: reati estinti per avvenuta prescrizione
“Ritengo che Antonio Bassolino abbia concorso nella perpetrazione dei reati”, ma “si chiede la pronuncia di prescrizione per tutti i capi di imputazione a lui attribuiti”. Il pubblico ministero Paolo Sirleo, dopo 20 ore di requisitoria alla terza udienza del maxi processo per il disastro rifiuti in Campania ha così concluso in merito alla posizione di Antonio Bassolino, ex governatore della regione e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti dal 2000 al 2004. Il dibattimento doveva accertare i colpevoli di quella che il pm ha definito ‘l’immane tragedia campana’, ma si è chiuso con un colpo di spugna: reati estinti per avvenuta prescrizione.
Alla sbarra c’erano 28 imputati, vertici del commissariato e delle aziende aggiudicatarie della gara, Impregilo, Fibe e Fisia, e rispondevano a vario titolo di reati come la truffa, falso, traffico di rifiuti, abuso d’ufficio. La pubblica accusa (i pm che hanno istruito il procedimento sono Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello) ha dovuto fare i conti con il tempo trascorso, 9 anni dall’addio di Antonio Bassolino dal commissariato e con lui gli altri componenti della struttura, periodo che ha fatto scattare inesorabile la prescrizione. Il pm ha chiesto, invece, la condanna di quattro imputati, tra questi la pena a 2 anni e 6 mesi per Pier Giorgio Romiti, ma anche per l’ex manager Impregilo è scattata la prescrizione per la maggior parte dei reati.
Il processo iniziato nel 2008 intendeva accertare fatti contestati fino alla primavera del 2005, nel caso di Bassolino fino al suo addio dal commissariato. Il pm Sirleo ha ricostruito, nella lunga requisitoria, le irregolarità commesse dagli imputati. Dall’offerta sovrastimata rispetto alle reali possibilità della aziende contraenti fino alle violazioni contrattuali che l’organo commissariale ha favorito con ordinanze ad hoc. La differenziata al palo, impianti mal funzionanti, cataste di ecoballe, proliferazione di discariche, cdr non a norma, costi aggiuntivi per i comuni sono gli effetti delle condotte degli imputati, responsabili, secondo l’accusa, ma i reati a loro ascritti sono estinti per avvenuta prescrizione.
Sirleo ha descritto la posizione di Bassolino spiegando che avrebbe potuto optare per scelte strategiche come la diffida o la risoluzione contrattuale, invece consapevole di quanto accadeva, ha condiviso tutte le scelte operate dai suoi uomini in commissariato. I legali dell’ex governatore si dicono insoddisfatti per la richiesta di prescrizione e avrebbero voluto una richiesta di assoluzione nel merito. Nelle prossime udienze ci saranno le arringhe della difesa. Sono più di 500 i comuni costituitosi parte civile. Altro capitolo quello delle aziende imputate. La prescrizione non scatta e in questo caso il pm ha chiesto, accertato l’illecito amministrativo, diverse sanzioni pecuniarie. Per Impregilo la richiesta è di 750 mila euro e due anni di interdittiva per contratti con la pubblica amministrazione nel settore ambientale. In aula c’erano anche alcuni cittadini. Il comitato Ginestra di Terzigno e le donne del comitato 29 agosto hanno seguito l’intera requisitoria. Il loro commento è stato eloquente: “ Volevamo giustizia, è arrivata l’impunità”.