Il finanziere che voleva comprare il Fatto: ''Ho deciso di non difendermi e scegliere il patteggiamento perchè l’enorme esposizione mediatica avrebbe ingiustamente influito sul buon esito del procedimento"
Niente patteggiamenti per Alessandro Proto. Lo ha stabilito il gip di Milano Stefania Pepe, che ha rigettato la proposta di accordo a 3 anni e 8 mesi di carcere per il finanziere di 38 anni con la passione per i giornali che venne arrestato il 14 febbraio scorso con l’accusa di manipolazione del mercato, ostacolo alle attività degli organi di vigilanza e truffa. Il pubblico ministero ha quindi preso parola e chiesto il rinvio a giudizio, su cui deciderà il gip.
”Ho deciso di non difendermi e scegliere il patteggiamento – è quanto si legge in una nota di Proto – perchè l’enorme esposizione mediatica cui sono stato sottoposto negli ultimi mesi avrebbe inevitabilmente ed ingiustamente influito sul buon esito del procedimento. Di comune accordo con il mio avvocato ho quindi deciso di intraprendere una strada certamente più sconveniente per me ma maggiormente cautelativa per le persone che sono legate a me professionalmente”.
“Purtroppo, però ciò non mi è stato concesso e, quindi, mi vedo costretto a difendermi al processo e intendo farlo con tutta la serietà e convinzione possibile”, ha concluso l’ex aspirante editore prima del Corriere della Sera, poi del Fatto Quotidiano e, infine, di Pubblico. Tutte operazioni che a suo tempo erano state pubblicizzate da lui stesso, contribuendo all’esposizione mediatica di cui si lamenta.