Qualcosa è andato storto. Alla notizia del risultato delle elezioni amministrative in Sicilia, deputati e senatori dell’isola entrano in Parlamento con le facce scure. I lavori istituzionali continuano, ma i risultati cadono in un momento già tormentato per il gruppo a 5 Stelle. I dati: a Catania, Messina e Siracusa il Movimento non supera la soglia di sbarramento del 4%. Si salva Ragusa dove la lista, con il 9,62% dei voti, riesce ad entrare in Consiglio comunale. “La sconfitta è dura”, è il commento di Giulia Grillo, deputata di San Gregorio di Catania. Il paragone che nessuno vuole fare è con le elezioni regionali di otto mesi fa, quando il gruppo ottenne il 18% dei voti e un risultato storico per tutta l’Italia. Ma anche con le elezioni nazionali, che hanno permesso a 163 tra deputati e senatori di varcare le soglie dei palazzi romani. “E’ un confronto che non sta in piedi”, ribatte il senatore di Trapani Vincenzo Maurizio Santangelo, “sono consultazioni elettorali che non possono essere comparate”.
“Sto cercando di capire cosa sia successo”, prosegue Giulia Grillo, “purtroppo siamo andati male dappertutto, anche là dove c’erano gruppi radicati da tempo sul territorio. Dobbiamo rivedere il modo di partecipare, altrimenti è un gioco al massacro“. Un’autocritica da eletta che vive il territorio e, come spiega, pensa al futuro. “Non possiamo ignorare il fatto che abbiamo risorse economiche e umane limitate. Secondo me nel caso specifico ci siamo frammentati troppo, ci siamo disgregati. Forse avremmo dovuto puntare su meno comuni e unire le forze per evitare questi risultati”. L’analisi di Giulia Grillo, medico di professione e nei Meetup dal 2006, parte da una considerazione: “Probabilmente per non rischiare abbiamo attutato una ‘politica troppo protezionista’, e abbiamo evitato di aprirci a nuovi attivisti temendo le infiltrazioni dei partiti. Una strategia che non ha pagato. Se devo fare un mea culpa, lo faccio partendo da lì”. Senza però disperare: “Credo che ci siamo ‘bullati’ troppo dei buoni risultati del passato. Ma non siamo perfetti e ora dobbiamo rimboccarci le maniche per cercare di superare il brutto risultato”. A patto di non parlare di errori: “Sono state scelte politiche valutate in gruppo. Se i cittadini non le hanno capite, forse avremmo dovuto semplicemente comunicarle meglio”.
E se le elezioni amministrative restano una storia a parte, difficile nascondere il duro colpo. Deludenti i risultati anche nei centri che hanno ospitato Beppe Grillo nel suo “Tutti a casa Tour“: nei dieci comuni toccati durante le campagna elettorale, i dati di lista oscillano tra il 5 e il 10%, con qualche picco isolato come a Cutrera Vito dove si registra un 18,69%. A far tirare un sospiro di sollievo ci pensa Ragusa dove il candidato a 5 Stelle Federico Piccitto ottiene il 15,64%, mentre la lista ha il 9,62% dei voti. Il Movimento non supera la soglia a Messina, con la candidata Maria Sajia sotto il 3%. Stessa sorte a Catania, con la candidata Lidia Adorno sotto il 4%. Per il gruppo è un crollo di voti: a Catania era passato dal 16,7% delle regionali dell’ottobre 2008 al 31,9% delle politiche di quest’anno.
A commentare compatti il risultato sono gli altri eletti che respingono al mittente ogni considerazione negativa: “Non si possono fare paragoni”, commenta la deputata Claudia Mannino, “in Regione stiamo andando molto bene. E così in Parlamento la nostra attività continua. A livello locale ci sono interessi diversi e radicati. Noi ci siamo presentati con gruppi nuovissimi e nel complesso abbiamo portato a casa buoni risultati“. Secco anche Maurizio Vincenzo Santangelo: “Non c’è nessuna situazione negativa. Non dimentichiamo che il Movimento è un fenomeno nuovo e c’è bisogno di tempo quando si vuole fare un cambio culturale. Per favore però non parliamo di fuga di voti, in molte zone eravamo addirittura inesistenti e ora invece possiamo festeggiare l’ingresso di qualche consigliere”.