Il giudice per le indagini preliminari di Siena Ugo Bellini ha disposto il giudizio immediato per l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex direttore generale dell’area finanza Gianluca Baldassarri. Secondo l’agenzia Ansa sulla base degli elementi raccolti dalla Procura di Siena e dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza ai tre è contestata nell’ordinanza che dispone il processo il reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza. La vicenda si riferisce al presunto occultamento del contratto stipulato da Mps con la banca di finanza Nomura del derivato ‘Alexandria’, che – secondo gli inquirenti – ha creato un ‘buco’ nella banca senese da centinaia di milioni di euro. Il caso è stato rivelato dal Fatto Quotidiano. Il giudice ha fissato l’udienza per il 26 settembre 2013.
Il Monte dei Paschi di Siena nel 2009 durante la gestione di Giuseppe Mussari aveva truccato i conti con un’operazione di ristrutturazione del debito. L’amministratore delegato, Fabrizio Viola, e il presidente, Alessandro Profumo, avevano scoperto solo il 10 ottobre 2012 un contratto segreto risalente al luglio 2009 con l’istituto di credito giapponese. Il contratto (Mandate agreement) di 49 pagine in inglese era rimasto nascosto per tre anni e mezzo in una cassaforte del direttore generale Antonio Vigni, che lo firmò assieme all’ex capo della finanza Gianluca Baldassarri.
”Siamo tranquillissimi perché non abbiamo ostacolato nessuno, siamo assolutamente sereni e non abbiamo nessun problema a difenderci davanti al giudice che è il giudice naturale. Anzi: vuol dire che saremo dichiarati innocenti più rapidamente” dice l’avvocato Tullio Padovani, uno dei due difensori dell’ex presidente dell’istituto senese. “Mussari è una persona che difendo con orgoglio – ha proseguito Padovani -. Si tratta di uno stralcio un po’ strano da un punto di vista processuale, ma andare dal giudice prima o dopo non fa grande differenza”.
Rimane quindi aperto il filone riguardante il riciclaggio che nei giorni scorsi aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di altre quattro persone e anche a una serie di perquisizioni. Il filone delle indagini è relativo alla cosiddetta “banda del 5%“, nell’ambito del quale era stato arrestato lo scorso 16 febbraio proprio Baldassarri. In particolare all’origine delle perquisizioni del maggio scorso ci sarebbe l’ipotesi di sfruttamento di alcuni titoli tossici mediati da una finanziaria di Paradiso, nel Canton Ticino in Svizzera. Le compravendite dei titoli tossici sarebbero avvenute, secondo l’ipotesi dell’accusa, a danno dell’istituto senese. Resta aperto anche il filone sull’acquisizione di Antonveneta.
Questa mattina sul caso Mps era intervenuto il neo sindaco Bruno Valentini: “La magistratura ha fatto bene il proprio dovere di indagine e di riservatezza, si sta per arrivare ai processi e spero che nessuno fugga dalle proprie responsabilità con la prescrizione. Chiedo che i processi vengano fatti velocemente e le pene siano esemplari”. Sul futuro di Rocca Salimbeni il primo cittadino si sofferma sui possibili nuovi azionisti e sul legame della banca con la città: “La decisione sugli eventuali nuovi azionisti, di cui la banca evidentemente ha bisogno, deve ruotare attorno a due principi: la Fondazione deve rimanere azionista di riferimento e il nuovo azionariato deve essere stabile e in grado di garantire sviluppo alla banca senza aggredirla in questo momento di difficoltà”. E poi aggiunge: “E’ finita l’epoca in cui il sindaco aveva una filiera di potere che lo portava a scegliere il presidente della banca, questo non è quello che vogliono i milioni di italiani che sono clienti del Monte dei Paschi. Voglio che la senesità sia un fattore positivo, un fattore di incoraggiamento alla crescita e non di clientelismo. Il rapporto tra la banca e la sua città non sarà più un rapporto malato ma fatto di soggetti che si rispettano e che sanno che la fortuna di uno dipende dall’autonomia dall’altro”.