Il Cavaliere rientra a Roma con un’agenda fitta di appuntamenti tutti con un unico scopo: capire cosa ne sarà del Popolo della libertà. Prima una riunione ristretta con i fedelissimi e poi un vertice allargato a tutto lo stato maggiore del partito. E' possibile che sarà chiesto il coinvolgimento di Raffaele Fitto
Silvio Berlusconi rientra a Roma con un’agenda fitta di appuntamenti tutti con un unico scopo: capire cosa ne sarà del Pdl. Il Cavaliere sogna una “Forza Italia 2.0“, ma deve tener conto delle resistenze all’interno del partito. L’ex premier è impegnato prima in una riunione ristretta con i fedelissimi e poi un vertice allargato a tutto lo stato maggiore del partito. La decisione di allargare la riunione serale a tutti i big pidiellini ha l’obiettivo di sedare i malumori interni, sempre più evidenti, di fronte al progetto di un nuovo soggetto politico dai connotati ancora top secret. Questa sera potrebbe essere Berlusconi in persona ad illustrare il progetto rassicurando chi si sente escluso. Novità non ce ne sono anche se sono in diversi a scommettere che sarà chiesto il coinvolgimento di Raffaele Fitto.
L’ex ministro degli Affari regionali avrebbe già declinato diverse proposte di incarico ma di fronte a una chiamata del Cavaliere magari a ricoprire il ruolo di coordinatore le cose potrebbero cambiare. Nella mente di Berlusconi, l’obiettivo resta sempre quello di un ritorno a Forza Italia tout court, ma è proprio l’ex capo del governo il primo a dover fare i conti con la realtà, con le difficoltà di un revival ma soprattutto con il rischio di smottamento dei gruppi parlamentari nel momento in cui si desse vita ad un soggetto politico che escluderebbe la vecchia classe dirigente. Ecco perchè l’input di questi ultimi giorni è quello di frenare l’euforia ma di limitarsi a ribadire che la nuova fase sarà costituita essenzialmente da un maquillage, al massimo una ristrutturazione dell’attuale Popolo della libertà.
Nel concreto si andrà all’azzeramento dei coordinatori regionali che nelle intenzioni dell’ex premier dovrebbero essere sostituiti da imprenditori capaci di raccogliere fondi a sostegno del nuovo soggetto politico e con l’inaugurazione a breve della nuova sede a San Lorenzo in Lucina. Un’esigenza questa che fa i conti con il taglio dei finanziamenti pubblici e con l’intenzione dello stesso Berlusconi di evitare il più possibile di dover mettere mano al proprio portafoglio. In più l’obiettivo è quello di creare un rapporto diretto tra lo stesso leader e i militanti senza apparati intermediari. Grandi novità, salvo sorprese, non dovrebbero uscire dalla cena di questa sera che anzi, a sentire più di qualche fedelissimo dell’ex premier, rischia di diventare l’ennesimo sfogatoio tra falchi e colombe. All’ex capo del governo toccherà dunque, come spesso accade in questi casi, avere un ruolo da paciere tenendo insieme le diverse anime pidielline.
Nella mente di Berlusconi infatti la priorità non è il progetto di un partito più snello ma il dossier giustizia che si appresta ad entrare nel vivo. La prossima settimana infatti arriverà la decisione della Consulta sul legittimo impedimento per il processo Mediaset. E non è un caso che proprio oggi sia partita la batteria di dichiarazioni contro la fuga di notizie che darebbe la suprema Corte pronta a bocciare il ricorso di Berlusconi. Su quale possa essere la reazione di Berlusconi in caso di bocciatura nessuno, nemmeno gli uomini più fidati, azzardano pronostici. Certo è che l’ipotesi che la sentenza possa avere ricadute sulla tenuta dell’esecutivo appare difficile. L’ex capo del governo lo ribadirà anche questa sera ai suoi ospiti che Letta non può essere messo in discussione se non per il mancato rispetto degli accordi come la restituzione dell’Imu.