La sfida all’ermellino a Parma è finita con un netto taglio con il passato del lungo rettorato di tredici anni di Gino Ferretti. È Loris Borghi il nuovo magnifico rettore dell’Università degli studi, il professore di Medicina che negli ultimi anni più di tutti aveva cercato di far valere il proprio diritto a candidarsi e a cambiare guida all’Ateneo, ponendo fine al plurimandato di Ferretti, in carica dal 2000.
Direttore del Dipartimento di Medicina, Borghi ha battuto l’ex preside di Architettura Ivo Iori per quasi 200 voti, ottenendo 523 preferenze, dopo che nel secondo turno della corsa elettorale si erano ritirati gli altri candidati Antonio Montepara, Guido Cristini e Roberto De Renzi. Borghi si era già candidato nel 2000 al rettorato, arrivando secondo a Ferretti. Il nuovo rettore entrerà in carica ufficialmente il primo novembre, ma nel suo discorso dopo la proclamazione ha dichiarato pubblicamente che chiederà al rettore in carica Ferretti di non prendere decisioni strategiche per l’Università senza coinvolgerlo in questo periodo intermedio di passaggio.
“E’ opportuno che in questi quattro mesi il rettore entrante sia coinvolto nelle scelte strategiche dell’Ateneo dal rettore in carica, visto che a causa della proroga del suo mandato ci troviamo in una situazione particolare, con un rettore scelto anni fa, ma un nuovo Senato e un nuovo Cda appena eletti”. Una richiesta ufficiale inviata a Ferretti di fronte a studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo riuniti, in cui mancava proprio l’ex rettore, “assente però – ha giustificato Borghi – per un grave problema di famiglia e non per altri motivi”.
Il neorettore ha parlato del progetto di cambiamento forte per un nuovo Ateneo. “Basta con il cesarismo – ha detto – un uomo solo non può fare nulla in una realtà così complessa come la nostra Università. Il mio sarà un nuovo tipo di rettorato, che si consulta con un coro di persone, di cui io sarò il direttore”.
Parlando di fronte all’Aula Magna gremita, Borghi non ha taciuto le sue battaglie contro l’ex rettore, ringraziando anche il decano dell’Ateneo Sergio Zani, che a inizio 2012 aveva convocato le elezioni per il rettorato, poi ritirate dopo che Ferretti aveva ottenuto dal ministero la proroga bis al suo mandato già prolungato di un anno per effetto della riforma Gelmini. Una proroga contro cui anche Borghi aveva presentato ricorso al Tar, candidandosi a rettore a febbraio dello stesso anno, per poi attendere la regolare scadenza del nuovo mandato di Ferretti.
Appena eletto però il nuovo rettore ha inviato al suo predecessore un attestato di stima, seppellendo pubblicamente l’ascia di guerra, anche se con qualche frecciata: “Voglio dire chiaramente che il mio sguardo è rivolto al futuro e non al passato e che avrò sempre rispetto per Ferretti perché ha dato tanti anni della sua vita, forse in questo caso un po’ troppi – ha aggiunto con il sorriso – alla nostra Università, e anche se in alcuni momenti non mi sono trovato d’accordo, io avrò sempre grande rispetto per colui a cui ho l’onore di succedere”. Subito dopo però la richiesta di essere coinvolto nelle decisioni importanti dell’Ateneo che verranno prese in questi mesi di interregno. “La nostra Università è antica, ma questo non deve essere un peso. C’è bisogno di cambiare mentalità, di cominciare una nuova era”.