L'Italia, secondo l'istituto guidato da Mario Draghi, deve quindi "attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell’aggiornamento per il 2013 al suo programma di stabilità", affinché "non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3% di deficit/Pil"
“Il risanamento di bilancio più graduale indicato nel nuovo programma di stabilità dell’Italia presenta dei rischi“. E’ l’ultimo allarme lanciato dalla Banca centrale europea, che nel bollettino mensile ha evidenziato “un’evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative” e un “rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese”.
L’Italia, secondo l’istituto guidato da Mario Draghi, deve quindi “attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell’aggiornamento per il 2013 al suo programma di stabilità”, affinché “non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3% di deficit/Pil, una sfida cruciale per la politica di bilancio del nuovo governo”. La Bce ha poi evidenziato che Italia, Spagna e Portogallo hanno registrato nella prima parte dell’anno un “miglioramento delle condizioni del mercato primario dei titoli di Stato, come dimostrano il buon esito delle aste di titoli di Stato e il rientro degli investitori esteri”. Tuttavia, ha aggiunto, “alcuni mercati vedono un nuovo aumento dei rendimenti”.
L’Eurotower ha lanciato infine un avvertimento anche sul fronte dell’occupazione. “Le economie dell’Eurozona hanno perso oltre 4 milioni di occupati dall’inizio della crisi nel 2008″, ha spiegato, “e le statistiche indicano che è probabile che l’occupazione si sia ulteriormente ridotta nei primi due trimestri del 2013”. Il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro, secondo l’istituto, “è aumentato di 0,1 punti percentuali, salendo al 12,2% in aprile 2013 e raggiungendo un nuovo massimo dall’inizio della serie”. Le condizioni del mercato del lavoro nell’area dell’euro restano quindi “costantemente deteriorate negli ultimi trimestri, a causa della debole attività economica e degli aggiustamenti del mercato del lavoro”.