Dopo le polemiche, le cacciate e le liti arriva la richiesta di ‘aiuto’ e partecipazione. Questa la sintesi dell’ultimo post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, che ieri sera ha chiamato il popolo del 5 stelle a “far sentire la voce”, una voce “esplosa a fine febbraio, con nove milioni di voti al MoVimento 5 Stelle” e “poi diventata più flebile”. “L’Italia sta crollando – scrive Grillo sul suo sito – Non è una previsione, è una certezza. Non potete credere che io, con l’aiuto di una srl e con un pugno di ragazzi in Parlamento, possa combattere da solo”. Il paese è “tenuto sotto sedazione da giornali e tv che fanno impallidire la censura sotto il fascismo” scrive Grillo che continua: “Nessuno di questi predatori impuniti e dei loro lacchè nei media vi può dare lezioni”.
L’appello dell’ex comico arriva nel momento più difficile per il movimento, dopo la batosta presa alle amministrative e la lunga querelle sui rimborsi e la diaria. Tanto che c’è chi, all’interno del movimento ipotizza che Grillo sia persino disposto a lasciare – o minacci di farlo – di fronte alla litigiosità della sua pattuglia di parlamentari, da giorni ormai impegnata in conflitti interni o vere e proprie ribellioni come nell’ultimo caso eclatante, quello di Adele Gambaro.
Intanto lui continua la battaglia dal blog, anche se i toni non sono più quelli di chi sta per vincere la guerra, ma quelli più dimessi di un appello al popolo: “L’Italia potrà cambiare solo grazie a voi, alla vostra partecipazione, al vostro sdegno – scrive Grillo – non perdete la capacità di incazzarvi, non dovete. Io ho una voce sola, ora roca, dopo centinaia di comizi. I media, portavoce del Sistema, hanno attaccato con una violenza inaudita il Movimento. Le grandi firme, i grandi registi, cantanti pataccari, conduttori e artisti di partito, si sono scatenati contro chi li avrebbe spazzati via dalle poltrone del Regime”. Nessuno, avverte Grillo, “ verrà a salvarvi se non cercherete di salvarvi da soli. Siete nove milioni di voci a cui è stata negata la democrazia, esclusi da qualunque decisione parlamentare, come dei paria”.