Il conto arriva dopo più di venti anni. Per fortuna di Clemente Mastella, non è un conto particolarmente salato: 3500 euro di risarcimento danni al Comune di Ceppaloni (Benevento). E’ l’importo della condanna inflitta all’ex ministro di Giustizia dalla Corte dei conti della Campania – presidente Fiorenzo Santoro, giudice relatore Gennaro Di Cecilia – per fatti risalenti al periodo in cui Mastella era sindaco del paesino del Sannio. La mitica Ceppaloni, diventata celebre proprio perché la famiglia Mastella vi risiede. In una bella ed elegante villa con la piscina a forma di cozza.
Clemente Mastella ne fu primo cittadino dal 1986 al 30 settembre 1992. Sono gli anni in cui l’amministrazione comunale perfeziona la progettazione e la realizzazione di una stradina di accesso e di un parcheggio per il cimitero San Giovanni, attraverso l’occupazione temporanea in via d’urgenza e per cinque anni di un terreno di proprietà di quattro sorelle. Occupazione preordinata all’espropriazione per pubblica utilità. La procedura di espropriazione però non viene portata a termine. Una scrittura privata tra le parti per la cessione a titolo volontario del fondo rimane lettera morta. Una delle quattro sorelle nel 1992 fa causa al Comune e dopo 10 anni vince, ottenendo un risarcimento di circa 28.000 euro. Il Comune negli anni successivi iscrive l’importo tra i debiti fuori bilancio e scatta d’ufficio la segnalazione alla Procura regionale della Corte dei conti. Che nel 2009 ‘invita a dedurre’ (l’equivalente nel giudizio contabile dell’avviso di garanzia nel procedimento penale) Clemente Mastella, un secondo ex sindaco, un ex assessore ai Lavori Pubblici e un ex responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, accusati di non aver portato a termine le procedure di esproprio del fondo utilizzato per le opere pertinenti al cimitero.
La sentenza è stata depositata due settimane fa. Fa un po’ di sconto ai quattro imputati, condannati a risarcire 10.000 euro in totale rispetto ai 28.000 euro contestati. Questo perché una parte dei danno, consistente negli interessi legali maturati in dieci anni di giudizio civile tra una delle proprietarie del terreno e il Comune di Ceppaloni, è stato provocato da una durata “eccessiva del relativo giudizio di primo grado, in violazione quindi, dei canoni di rango costituzionale e comunitario”. Traduzione: non si possono addossare agli amministratori locali i costi della lentezza della giustizia. Un’altra ragione di sconto, secondo le motivazioni della sentenza, dipende dal fatto che il danno è stato causato anche dal comportamento omissivo di altri amministratori comunali. Che però, non essendo stati ‘indagati’, sono definitivamente al riparo dagli strali della magistratura contabile. Il giudice attribuisce a Mastella una fetta di colpa pari a 3.500 euro. La stessa dell’ex assessore ai Lavori Pubblici, mentre l’altro ex sindaco dovrà risarcire 2.000 euro e l’ex responsabile dell’Utc soltanto 1000 euro.