All’esame del governo, spiega il ministro dell'Economia, c'è anche la possibilità di sospendere l’incremento, "che implica la necessità di trovare 2 miliardi e comporterà di reperire 4 miliardi per ciascuno degli anni successivi"
Il ministro Fabrizio Saccomanni frena sull’Iva. “La situazione mostra dei segni che non sono precisamente incoraggianti, c’è un quadro peggiore, non solo una decrescita ancora seria, ma anche dati negativi per quanto riguardano il gettito delle imposte e anche dell’Iva”, ha avvertito intervenendo in aula al Sernato. Per il blocco dell’aumento dell’Iva, secondo Saccomanni, “c’è un ventaglio possibilità”, tra cui anche la sospensione dell’aumento per tre mesi dell’aliquota, “che implica la necessità di trovare 2 miliardi e comporterà di reperire 4 miliardi per ciascuno degli anni successivi”.
In modo da poter “guardare con più chiarezza all’evoluzione dell’economia, che potrebbe mostrare qualche segnale di miglioramento”. Infatti, ha ricordato Saccomanni, tutti gli istituti di analisi “continuano a proiettare la ripresa nella seconda metà dell’anno”. L’impatto dell’aliquota sul gettito, ha aggiunto, “va visto in contesto più ampio”, comprendendo anche la possibilità che deprima i consumi.
Il blocco di un punto dell’Iva, secondo Saccomanni, costa 4 miliardi e altrettanto l’eliminazione completa dell’Imu, cifre che “fanno ipotizzare interventi compensativi di estrema severità che al momento non sono rinvenibili”. Il ministro ha ricordato che il governo intende ”se possibile, concludere la revisione dell’Imu ben prima della fine di agosto”.
Mentre, per quanto riguarda i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, Saccomanni ha precisato che “sono dell’ordine di 20-30 miliardi” e non di 90 miliardi come avevano riportato alcune stime precedenti.