“Il cammino verso la verità è stato deliberatamente ostacolato da parte di chi non voleva si sapesse cosa fosse realmente accaduto in quella notte terribile”. Il Presidente della Camera Laura Boldrini in occasione della commemorazione della strage di Ustica in Sicilia, ricorda l’importanza che le istituzioni non chiudano gli occhi davanti a una tragedia da non dimenticare. Pochi giorni fa, il sito Stragi80.it ha diffuso l’ultimo audio del comandante del Dc9 Itavia precipitato il 27 giugno 1980 con 81 persone a bordo. L’annuncio ai passeggeri, così come le comunicazioni con la manutenzione, dimostrano che tutto a bordo era perfettamente regolare. Fino alla misteriosa esplosione.
“Non abbiamo ancora appurato tutto”, ha continuato Boldrini, “non possiamo voltare pagina, non ne abbiamo il diritto. Sapere le ragioni di quello che è successo, è necessario, anzi ritengo che sia indispensabile, non solo per il rispetto che noi tutti dobbiamo alle vittime e ai familiari, ma perché solo sulla verità si può costruire una convivenza civile pienamente democratica e si possono fondare rapporti giusti tra gli Stati”.
Un impegno da parte delle istituzioni che consenta di rinsaldare il patto di lealtà tra lo Stato e i cittadini: “La politica deve aiutare la magistratura a completare il suo lavoro. E’ stato criticato il fatto che l’Italia non abbia ancora ratificato la Convenzione sull’assistenza giudiziaria in materia penale, approvata nel 2000. Ben tredici anni fa”.
Dure anche le parole del sindaco di Bologna Virginio Merola: “Noi la verità la sappiamo, sappiamo cosa è successo”. Dobbiamo continuare a batterci per arrivare alla giustizia”. Il primo cittadino riconosce un primo passo avanti nella lunga vicenda giudiziaria: “Una conquista decisiva è stata fatta nel gennaio scorso con la sentenza della Cassazione che rende un primo tributo importante, e viene riconosciuto merito del lavoro dei familiari che da sempre lottano che si faccia luce su uno dei momenti più oscuri della nostra storia”. Nella sentenza infatti, si riconosce una prima verità, ovvero il fatto che l’aereo venne abbattuto da un missile. “Il perché e chi è stato”, ha concluso Merola, “è la domanda che da troppo tempo ci stiamo facendo. Qual è il motivo? Sappiamo che sopra il cielo di Ustica c’è stato un conflitto armato. Altre tesi ci hanno fatto perdere tempo e rischiano di depistare la nostra attenzione”.