L'Asa è sull'orlo del fallimento: i 150 dipendenti hanno scioperato più volte per non aver preso lo stipendio e il sito di raccolta dell'immondizia ha esaurito il suo spazio e ha chiesto una proroga per un aumento di volume
Finita la paura per la discarica di Corcolle ora i cittadini di Tivoli rischiano di ritrovarsi i rifiuti direttamente sotto casa. La municipalizzata Asa è sull’orlo del fallimento, la discarica è stracolma ed i rifiuti crescono a dismisura per le strade. Con quasi 10 milioni di debiti il consiglio d’amministrazione dell’Asa ha approvato “l’avvio dell’accordo di ristrutturazione dei debiti e l’approvazione del ricorso al tribunale”. L’azienda in stato di crisi chiede l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori almeno del 60% dei crediti stessi. Il tribunale dovrà decidere entro 30 giorni. Nel caso il ricorso non fosse accolto si avvierà la procedura di fallimento. Per intraprendere tale percorso il cda ha avallato la nomina di un consulente esterno che costerà 40mila euro. Il tecnico è stato nominato dal commissario prefettizio, il comune di Tivoli è da circa due mesi senza giunta ed anche le casse comunali non godono di ottima salute. Solo per i derivati, del valore di oltre 40 milioni di euro, l’amministrazione tiburtina dal 2005 ad oggi ha accumulato oltre 4 milioni di debiti.
L’Asa preferisce non commentare ed anche il commissario prefettizio non ha rilasciato dichiarazioni anche se ha emesso un’ordinanza nei confronti dell’Asa per inadempienza. Il documento parla di danno all’igiene pubblica ed intima all’azienda di procedere alla raccolta dei rifiuti anche con mezzi sostitutivi. “Siamo in emergenza – spiega Carlo Centani, ex presidente del consiglio comunale – per anni la gestione dell’Asa è stata a dir poco inefficiente. Basti pensare che nel 2008 l’Asa è stata spacchettata e si sono create ben due società: l’Asa Spa che controlla a sua volta Asa Servizi. Una procedura singolare per una città di circa 60 mila abitanti, che ha raddoppiato sostanzialmente i costi e permesso di assumere a chiamata diretta un po’ di ‘amici’. Anche i costi degli uffici non si sono mai presi in considerazione visto che la sede della municipalizzata è a via del Corso, in pieno centro”.
Una bomba ecologica pronta ad esplodere. I circa 150 dipendenti non hanno preso l’ultimo stipendio e hanno scioperato più volte e l’Inviolata, la discarica che serve i Comuni della zona, è colma. Il sito di raccolta dei rifiuti è gestito da Ecoitalia 87 di Manlio Cerroni ed ha esaurito la sua attuale capacità di raccolta, tant’è che la società del ras della “monnezza” romana ha chiesto una proroga alla Regione Lazio, relativa ad un aumento di volume per il sesto invaso del 10%.
Ecoitalia 87 ha lanciato anche un ultimatum all’Asa: se la situazione non si dovesse risolvere dal 16 giugno potrebbe chiudere le porte ai rifiuti della municipalizzata. La situazione ormai è al limite per Tivoli, una delle città d’arte per eccellenza, con ben 2 dei 47 siti patrimonio dell’Unesco in Italia, presenti sul territorio (Villa d’Este e Villa Adriana) ormai circondati dai rifiuti.