Crypto Cat è una gattina bianca che studia libri sui codici cifrati: “Ho imparato i primi elementi di crittografia quando ero molto piccola”, racconta nel suo profilo sul sito. Il suo migliore amico è Decipher Dog: “Io e Crypto Cat abbiamo trovato altri appassionati di codici segreti e abbiamo formato il gruppo dei CryptoKids“. Ne fanno parte anche i gemelli Cindy e Cy, linci esperte di cyber security, T.Top, tartaruga asso della Computer Science, e Sam, l’aquila in uniforme militare che lavora per il Central Security Service e “insegna crittologia nelle scuole”. In tutto nove simpatici personaggi creati per affascinare i bambini: sono i testimonial del programma che la National Security Agency, finita nella bufera insieme a Barack Obama per aver spiato le telefonate di milioni di americani, ha messo a punto per le scuole dalle elementari alle superiori, dove i suoi esperti insegnano che la sorveglianza del web è una cosa divertente e patriottica. Gli Usa cercano i codemaker e i codebreaker del futuro e hanno deciso di coltivarli fin dalle elementari. I migliori avranno un compito simile a quello che dal 26 aprile al 5 giugno hanno svolto i loro colleghi più anziani, che analizzavano i milioni di tabulati telefonici forniti all’agenzia dal provider Verizon. I fronti di propaganda sono due: internet e le scuole.
“Ciao ragazzi! Noi siamo i CryptoKids – si legge nella sezione del sito della Nsa dedicata ai più piccoli – e amiamo la crittologia. E’ fico! Noi creiamo codici e li usiamo per inviare messaggi segreti ai nostri amici”. Cool è anche il lavoro svolto dagli eroi della Nsa, tutto passa attraverso la creazione del mito della cyberspia: “I nostri leader fanno affidamento sul nostro lavoro. Senza, non sarebbero in grado di comunicare senza essere ascoltati dai cattivi, né di scoprire ciò che i cattivi stanno architettando”. Il segreto è far percepire il cyberspionaggio come un gioco, in un mondo diviso tra i buoni (gli uomini della Nsa) e cattivi (potenze straniere, stati canaglia, terroristi). Sul sito si può iniziare a familiarizzare con i linguaggi criptati, provare a decifrare i primi crittogrammi e, per i più piccoli, stampare i disegni di Crypto Cat e Cy e colorarli a piacere. I più grandi, invece, possono cominciare a immaginare un futuro da cybersorveglianti: cliccando su “come faccio a lavorare per la Nsa?” sulla home, esplorano le possibilità di carriera nell’agenzia.
Qui comincia la seconda fase, il reclutamento tra i banchi. Nell’ambito del Math Education Partnership Program, l’agenzia organizza corsi nelle scuole dell’area di Baltimora-Washington (dove la Nsa ha sede, a Fort Meade). Programmi di insegnamento paralleli a quelli tradizionali, affidati a “matematici, computer scientists, ingegneri e criptoanalisti della Nsa”. Quello per le elementari comprende 25 lezioni, che durano dai 30 ai 60 minuti. La dimensione è quella del gioco: con Buried Treasure ad esempio il bimbo riceve “una fantastica introduzione alla crittologia” in cui lo scopo è “decodificare le indicazioni contenute in una mappa e trovare un tesoro” e in Cryptanalisis 101 “gli alunni vengono guidati nel mondo dei codici cifrati”. Alle scuole medie si comincia a parlare di carriera, e agli alunni delle high school viene addirittura offerta la possibilità di lavorare ed essere pagati già nell’ultimo anno di corso: “Cosa significa intercettare i terroristi in giro per il mondo? In che modo funziona la vostra connessione wireless? E il vostro cellulare? (…) Stiamo parlando di Signals Intelligence (Sigint)”.
Un universo che la Nsa offre di esplorare attraverso le vacanze-studio estive organizzate nelle sue strutture nell’ambito del Cap, Cryptologic Access Summer Intern Program: “Come stagisti Cap, lavorerete sotto la guida dei veterani Sigint, svolgendo operazioni di raccolta dati (…) con la possibilità di “coltivare aspirazioni di carriera”. Man mano, poi, che l’età degli studenti avanza si fanno sempre più approfonditi gli studi di matematica e metodi di decrittazione dei codici. Una strategia, alla luce dello scandalo, non priva di una sua amara ironia. Nei programmi si parla anche di Cyber Ethics: “Praticare una buona etica sul web permette di capire i rischi di comportamenti pericolosi e illegali. Le materie includono: computer e privacy; crimini, abusi e etica hacker; responsabilità; implicazioni sociali e conseguenze”. E prima di accedere al sito, i ragazzi farebbero meglio a dare un’occhiata alle condizioni d’uso: la Nsa, si legge, “registra le pagine lette, le fotografie viste e le informazioni scaricate dai visitatori del sito”. Ma assicura: “Questi dati non serviranno ad identificarvi”. Sarà, ma dopo il 5 giugno è più difficile crederle.