Poligrafici e i giornalisti dei due quotidiani del gruppo scrivono all'amministratore delegato. Obiettivo: "Un maggiore coinvolgimento della forza lavoro nella gestione della società"
Mentre i grandi soci di Rcs sono nel pieno delle trattative per riposizionarsi in vista dell’imminente ricapitalizzazione del gruppo, i poligrafici e i giornalisti di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport puntano a pesare di più diventando azionisti della loro casa editrice. E’ quanto emerge da una lettera inviata dai sindacati interni all’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane mentre il cda della società definiva i termini della ricapitalizzazione del gruppo per massimi 421 milioni di euro che partirà lunedì a 1,235 euro per ogni nuova azione ordinaria, con uno sconto del 30% sul prezzo teorico del titolo dopo lo stacco del diritto di opzione (terp).
“Caro dottor Jovane, facciamo seguito a un ragionamento sull’aumento di capitale, già avviato in vista delle definizione delle regole durante il Consiglio di amministrazione della nostra società di oggi 13 giugno. Proponiamo di valutare la possibilità di offrire una quota di azioni ai dipendenti di Rcs MediaGroup, a un prezzo evidentemente più favorevole rispetto a quello stabilito per il mercato – recita per esempio la missiva inviata dai rappresentanti sindacali del Corriere -. Una scelta che segnerebbe la volontà di consolidare il rapporto tra dipendenti e gruppo e che in prospettiva potrebbe portare a un maggiore coinvolgimento della forza lavoro nella gestione della società. Si potrebbe anche ipotizzare di agire in forma volontaria nell’ambito degli accordi di secondo livello, concambio di ferie non godute o altre voci di modalità simile. Colga l’interesse di tutti i lavoratori a trovare una formula che abbia come obiettivo il consolidamento della società“.
L’ipotesi di scambio, al momento, è ancora in fase embrionale e novità in merito sono attese nei prossimi giorni. Non ci sono dati sul possibile valore economico della proposta, anche perchè è presumibile che in uno scambio di questa natura il monte ferie pregresse non venga monetizzato a valori reali. Di prassi, poi, la partecipazione dei dipendenti all’aumento di capitale della propria azienda prevede l’offerta delle azioni con uno sconto rispetto alle condizioni di mercato.
Il cda di Rcs, in goni caso, tornerà a riunirsi martedì 18 giugno per un aggiornamento sui dossier aperti. L’interesse maggiore va ai periodici, visto che per fine giugno la società ha annunciato la chiusura di nove delle dieci testate in vendita se non troverà un acquirente. Intanto Rcs starebbe valutando anche un possibile scorporo e vendita della divisione Collezionabili della Rcs Libri, il cui marchio principale è Fabbri.
Il possibile acquirente potrebbe essere Marcello Honorato Giani, attuale direttore generale della divisione che nel 2012 ha generato 18,8 milioni di ricavi in calo dai 31,7 milioni nel 2011 dopo la riduzione pianificata dei lanci di nuove opere. Tornando ai periodici in vendita, l’offerta su alcune testate di Alfredo Bernardini De Pace sembrerebbe sempre in pole position, pur con l’attenzione sollevata dalla presenza in partita anche di Daniela Santanchè.
Sul fronte interno, poi, lunedì riprenderà la trattativa sindacale dopo che l’azienda l’11 giugno ha previsto cassa integrazione per 107 persone a zero ore, 87 dalle testate periodiche in chiusura, e altre 20 a rotazione da quelle “core”. Un accordo andrà trovato entro metà luglio. C’è poi attesa sui possibili sviluppi nella vendita della media company Dada.
In questi giorni, poi, Rds si è dichiarata interessata alle radio Finelco, che Rcs ha già detto di non ritenere strategiche. Il gruppo ha però il 44,5% del polo di cui fanno parte Radio 105 Network e Radio Monte Carlo, oltre a Virgin Radio e il pallino sembra in mano all’azionista di maggioranza, la famiglia Hazan. Non sono emersi sviluppi invece che facciano pensare a un’accelerazione nella possibile vendita del palazzo del gruppo nel centro di Milano (sede del Corriere esclusa).