Valli a capire, questi signori delle pubbliche relazioni. Prima ti invitano, poi ti trattano a pesci in faccia, impedendoti di lavorare. L’ennesima “apertura alla stampa” della centrale di Fukushima si è risolto con il solito flop. Tante chiacchiere, poca “ciccia”. Alla legittima richiesta dei giornalisti – fra i quali chi scrive – di ridurre al minimo i briefing e farci vedere più cose possibile nel minimo tempo, visto, per dirla alla Bersani, che non eravamo certo lì “per grattare il sedere agli atomi”, un funzionario della Tepco, la società che gestisce l’impianto ha perso la pazienza facendosi prendere da una vera e propria crisi isterica. (vedi video)
Alla mia domanda se potevamo accelerare le cose e andare a vedere il famoso reattore n.4, quello che finalmente è stato (quasi) “ingabbiato”, aumentandone la stabilità e dunque allontanando l’incubo che, in caso di nuove scosse, la “piscina” sul tetto che contiene 1500 barre di carburante altamente radioattive possa crollare, il funzionario urla “è qua, è qua, a 40 metri….ora ci andiamo”. Poi, nonostante il mio invito a calmarsi, visto che avevo solo fatto una domanda, continua ad urlare: “io do gli ordini, voi eseguite, sennò, fuori, fuori di qui!”. Il tutto sotto gli occhi delle telecamere di SkyTg24 e della Cnn, le uniche ammesse, questa volta, all’interno della centrale. Una centrale dove ogni giorno oltre 3 mila uomini si affannano nel tentativo di “tamponare”, più che risolvere, i problemi che, giorno dopo giorno, escono fuori. L’ultimo è quello dell’acqua contaminata, che nonostante ogni sforzo, continua inesorabilmente a fuoriuscire dai serbatoi. E non c’è verso di fermarla. “Ma si tratta di pochi litri” assicurano quelli della Tepco. “La situazione è sotto controllo”. Sarà, ma è impossibile non pensare a cosa succederebbe nel caso di nuove scosse di terremoto, anche di intensità inferiore a quella dell’11 marzo 2011.