La ragazza, costituitasi parte civile nel processo in cui sono imputati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede, vuole anche un milione di provvisionale. "La mia assistita ha sofferto prima e durante di dolore psico-fisico. Non è uscita di casa per mesi per la grave vergogna subita, anche di fronte ai suoi familiari" ha detto l'avvocato
Due milioni di euro. E’ il risarcimento chiesto dall’avvocato difensore di Imane Fadil, parte civile al processo Ruby 2 che vede imputati Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Oggi, di fronte ai giudici della quinta sezione penale del tribunale di Milano, l’avvocato Danila De Domenico ha quantificato il risarcimento parlando di “una grave onta subita dalla giovane” che ha partecipato alle cene di Arcore e di “danni psicofisici subiti”. Secondo il legale, gli imputati “avrebbero indotto Imane Fadil a partecipare alle cene ad Arcore” e “ad intrattenere rapporti intimi col presidente Berlusconi, approfittando del suo stato di bisogno”.
Insieme ai due milioni di euro, inoltre, agli imputati il legale ha chiesto anche 1 milione di provvisionale. “Si poteva arrivare anche fino a 5 milioni di danni – ha detto in aula – per il pregiudizio subito”. Il legale ha poi sottolineato che “potrebbe sembrare una richiesta eccessiva ma chi ha avuto il coraggio di dire la verità merita di avere un risarcimento superiore”. Per l’avvocato di Imane Fadil “questa sentenza dimostrerà che per fare carriera non c’è bisogno di andare a letto con un uomo potente”. La ragazza, costituitasi parte civile per “denunciare un sistema prostitutivo”, secondo il legale, “ha sofferto prima e durante di dolore psico-fisico. Non è uscita di casa per mesi per la grave vergogna subita, anche di fronte ai suoi familiari”. Da qui la richiesta di risarcimento.