Il premier turco attacca i media stranieri: "Copertura diffamatoria". Di tutto altro avviso i manifestanti, per i quali invece la stampa estera ha compensato la censura dei grandi media turchi, sotto pressione del governo. L'esecutivo ha poi annunciato che il progetto di cancellare lo spazio verde del Gezi Park sarà sospeso finché la giustizia non si sarà pronunciata definitivamente
Nei giorni precedenti ha minacciato e lanciato ultimatum ai manifestanti. Ora il premier turco Receyyp Erdogan attacca la stampa estera, colpevole di aver dato una copertura “diffamatoria” delle proteste antigovernative. In un discorso davanti al suo partito islamico Akp ha detto che “la Turchia è un sole che il fango non può offuscare”. Anche molti dirigenti del partito hanno criticato negli ultimi giorni la copertura dei media. Il ministro degli affari europei Egemen Bagis ha attaccato The Economist, che ha dedicato alla crisi turca una copertina nella quale Erdogan è rappresentato come un sultano con la maschera antigas sul volto. Il settimanale britannico è stato definito da Bagis “patetico e ignorante”. Di tutto altro avviso i manifestanti, per i quali, invece la stampa estera ha compensato la censura dei grandi media turchi, sotto pressione del governo.
E dopo la promessa di sospendere il progetto di cancellare lo spazio verde del Gezi Park finché la giustizia non si sarà pronunciata definitivamente sui ricorsi contro i lavori di trasformazione, il premier ha espresso la sua speranza che l’occupazione da parte dei manifestanti di Istanbul finisca. “Spero che per stasera tutto sia finito”, ha detto Erdogan. Già in precedenza il portavoce del partito al governo, Huseyin Celik, ha annunciato che il governo rispetterà la decisione della magistratura che prevede la sospensione dei lavori per la demolizione di Gezi Park per la costruzione di un centro commerciale. La decisione è maturata dopo un vertice di quattro ore tra Erdogan e una delegazione dei manifestanti, tra cui membri della Piattaforma Taksim e otto artisti che hanno espresso il loro sostegno alla protesta. Erdogan ha poi confermato l’intenzione dell’esecutivo: “Aspetteremo la decisione finale”, e se sarà favorevole ai lavori, ha detto, sarà convocato un referendum a Istanbul per decidere se andare avanti con il progetto o lasciare il parco cosi com’è. “Se il vostro messaggio riguarda Gezi Park, è stato ricevuto” ha affermato, rivolto ai manifestanti.
La borsa di Istanbul ha reagito con sollievo all’apparente distensione, chiudendo oggi a +4,61%. Ma fra gli indignados di Gezi, che hanno trascorso la giornata in assemblea per decidere il da farsi, c’è molta diffidenza nei confronti delle promesse del premier. Inoltre le decine di migliaia di giovani scesi in piazza in tutto il paese dal 1 giugno sfidando la feroce repressione della polizia l’hanno fatto non solo per solidarietà con la protesta di Gezi, ma anche per opporsi alla gestione autoritaria del potere imputata a Erdogan e alla denunciata reislamizzazione del paese.
L’unione dei medici turchi, intanto ha fatto sapere che il ministero ha avviato un’inchiesta sui medici che hanno curato i manifestanti. La Tbb ha precisato di essere stata informata sull’avvio di indagini dall’ispettore capo del ministero. Il ministro Mehmet Muewwinoglu, citato da Milliyet online, ha confermato che le infermerie allestite fra l’altro nel Parco Gezi per curare i manifestanti feriti “non sono legali”.