Il candidato moderato vince al primo turno le undicesime consultazioni elettorali del Paese. L'affluenza alle urne è stata del 75% e hanno votato 50,5 milioni di aventi diritto al voto. I conservatori ammettono: "E' giunta l'ora di un cambio radicale nella linea politica del futuro governo"
Hassan Rohani, il candidato moderato sostenuto dai riformisti, ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali in Iran. Lo ha reso noto il ministero degli Interni di Teheran citato dall’emittente statale ‘Press Tv’. L’affluenza registrata è stata del 75 per cento sul totale di 50,5 milioni di aventi diritto al voto. Per 16 anni segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, il moderato Rohani è vicino all’ex presidente Rafsanjani e rappresenta il leader della Rivoluzione islamica Ayatollah Seyyed Ali Khamenei nel Consiglio nazionale supremo della sicurezza. Nel 2003 fu nominato capo negoziatore sul nucleare.
Subito dopo l’annuncio della vittoria di Hassan Rohani, a Teheran – ad esempio sul lunghissimo viale Vali-e Asr che spacca da nord a sud la città – sono scattati caroselli di auto che suonano il clacson. Il risultato rappresenta una svolta importante per il paese, anche se gli oppositori del regime aspettano a cantare vittoria. Il candidato è comunque espressione dell’establishment religioso e in linea con la posizione della guida suprema Khamenei. Tanto che alcuni faticano ad accettare il risultato: “Se i nemici della Repubblica islamica dell’Iran hanno un minimo di decenza devono accettare che in Iran si sono svolte le elezioni più democratiche al mondo e non ci sono dubbi su questo”, ha detto l’ex presidente Rafsanjani. A tornare alla mente sono gli scontri del 2009, quando u
Alle elezioni presidenziali per la successione a Mahmoud Ahmadinejad, Rohani ha rappresentato il Fronte moderato-riformista dopo che l’altro candidato ammesso, Mohamamd Reza Aref, si è ritirato. Le principali forze politiche che sostengono Rohani sono ‘Mosharekat‘ (Condivisione), i Mojahedin della Rivoluzione Islamica, ‘Kargozaran‘ e l’Associazione del Clero Combattente. Rohani è appoggiato da personalità di spicco quali gli ex presidenti Ali Akbar Hashemi Rafsanjani e Seyyed Mohammad Khatami e dall’hojatoleslam Hassan Khomeini, nipote del defunto leader della Rivoluzione Islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini. In politica estera, il programma dello schieramento moderato-riformista prevede un’apertura verso l’Occidente, in particolare nei confronti degli Stati Uniti, con l’obiettivo di risolvere la questione nucleare.
Il primo ad ammettere la sconfitta è stato un sito vicino al candidto conservatore Mohsen Rezaei: “L’elettorato iraniano ha bocciato il programma politico del fronte conservatore ed è giunto il momento di un cambiamento radicale nella linea politica del futuro governo iraniano”. E’ quanto si legge in un editoriale pubblicato dal sito d’informazione ‘Baztab’. Secondo l’editoriale, il fronte ‘principalista’ (in farsi: osulgerayan), durante gli ultimi otto anni non è stato capace di interpretare la volontà generale e la reazione degli iraniani durante le elezioni presidenziali di ieri è stata del tutto naturale. Nell’articolo si prende atto dell’importante distacco elettorale presente tra il candidato moderato-riformista Hassan Rohani e tutti i candidati conservatori. Secondo ‘Baztab’ sarebbe finita un’epoca e i conservatori devono revisionare i propri programmi politici se vogliono tornare competitivi”.