Dopo l’invito del presidente del Consiglio Enrico Letta affinché la riforma costituzionale dia “risultati in tempi certi” e il diktat di Napolitano ai partiti, è il ministro Gaetano Quagliariello ad avvertire la classe politica: “Nessuno ha interesse a utilizzare l’alibi del tempo per non fare nulla. Se questo accadrà, il mio primo dovere da ministro è dirlo al Paese”. Un rimprovero che non è piaciuto ai colleghi di partito: dal Pdl, che ha già messo a verbale numerose critiche, Sandro Bondi replica: ’Quagliariello finirà per irritare tutti’. Il rischio, se la maggioranza davvero si spaccherà, è che il ddl del governo sull’iter delle riforme venga varato senza la maggioranza dei due terzi necessaria a evitare un referendum confermativo che finirebbe per allungare i tempi. Il ministro ostenta sicurezza e consiglia di intervenire prima sul presidenzialismo, e poi sulla legge delle riforma elettorale intervenendo alla convention delle “Giornate Tricolore“, organizzata da Fratelli d’Italia a Milano, alla quale hanno preso parte anche Raffaele Fitto (deputato Pdl), Mario Mantovani (coordinatore lombardo Pdl) e Francesco Boccia (deputato pd)  di Francesca Martelli

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I referendum compiono due anni. Storia di un tradimento

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