In vista della prima parte dell'esame di Stato il 19 giugno, ecco alcuni suggerimenti da un docente di Lettere. Analisi del testo indicata "a chi fatica a essere lineare nell'argomentazione". L'articolo di giornale, invece è "per chi è in grado di esprimere capacità critica e di analisi individuale"
Italiano e storia, qui serve un bel ripasso. Una lettura ai giornali, poi, è meglio darla. Nemmeno una settimana e via con la maturità: risolta la questione bonus, prima prova il 19 giugno. Analisi del testo, saggio breve o articolo di giornale, tema di storia e tema di attualità. Che scegliere? Un bel dilemma per i quasi 500mila candidati. E occhio ai tranelli che ogni singola traccia può nascondere.
“Io ai miei suggerisco sempre di fare un tema se si hanno idee sull’argomento proposto. E avere idee vuol dire avere un punto di vista”, spiega Marco Ragazzi, docente di Lettere al liceo classico Berchet di Milano. “Poi c’è il momento della stesura, che vuol dire articolare i pensieri in modo chiaro e lineare”. Sono le stesse fasi del processo compositivo – ricorda il professore – che Vittorio Alfieri nella Vita indicava come “ideare, stendere e versificare”. “Spesso leggendo i lavori degli studenti si ha la sensazione di temi confusi”. Per questo è bene che ognuno scelga la tipologia di traccia per cui è più portato. E l’analisi del testo può essere azzeccata proprio per chi fa fatica a essere lineare nell’argomentazione: “La struttura del tema, in questo caso, è già data dalle domande. Non occorre conoscere il brano proposto. Ma l’autore e il periodo storico in cui è inserito, quelli sì”. Una scelta, garantisce il prof, che non viene penalizzata nella valutazione: “Cerchiamo sempre di attribuire lo stesso peso alle differenti prove”. Se però capita un testo ostico come quello dell’anno scorso tratto da Auto da fè di Eugenio Montale, va a finire che quasi nessuno lo prende in considerazione.
Seconda tipologia, il saggio breve o articolo di giornale. Consigli? “Avere ben presente non solo che cosa si vuole dire, ma anche a chi si vuole parlare, visto che si può specificare il pubblico a cui ci si rivolge e per l’articolo bisogna indicare la testata”. L’analisi e la lettura delle tracce fornite dal ministero va fatta con attenzione, perché la prova non è certo facile: “E’ indicata per chi è in grado di esprimere capacità critica e di analisi individuale – continua Ragazzi -. Nei documenti forniti spesso sono contenute prospettive ideologiche contrastanti. Bisogna quindi essere in grado di mettere insieme punti di vista diversi, valutarli e poi fare emergere il proprio”. Per il tema storico, è chiaro, è necessario conoscere bene la materia. Ma non solo. Anche qui gli studenti devono avere capacità di sintesi, spiega il docente, ed essere in grado di individuare i nodi principali.
Il tema di attualità, infine. Quello in cui si rifugiano in molti. E’ il più facile? Per niente, risponde il professore: “Viene richiesto di sviluppare ragionamenti molto complessi su tematiche vaste e senza materiali da cui prendere spunto. Necessario dunque isolare un aspetto originale su cui concentrarsi”. Il rischio, insomma, è quello di perdersi. E se ci si perde, “il tema è faticoso per chi lo elabora e anche per chi lo legge. Spesso viene affrontato in modo superficiale, con riflessioni un po’ di senso comune e risultati poco brillanti”. Così va a finire che lo studente arrivi a una sufficienza striminzita. Un ultimo suggerimento? Vale per tutte le tracce: “Evitare il sarcasmo e il lamento per privilegiare l’argomentare”. Spinoza – dice il prof – lo esprimeva così: “Nec ridere, nec lugere”.
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