Il ministro Flavio Zanonato annuncia il wifi libero: "Non sarà richiesta più l'identificazione personale degli utilizzatori”. Edilizia scolastica: "Cento milioni all'anno". Assunzioni nelle università. "Prima casa non pignorabile se non di lusso". Giustizia civile, "terapia d'urto con smaltimento di 1,2 milioni di pratiche"
Nel giorno del decreto “del fare”; quello che conta è la promessa di non fare del premier Enrico Letta al presidente della Commissione europea, José Barroso, in visita a Roma: “Ho confermato che l’Italia vuole mantenere il 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil come punto di riferimento”. Parole sentite mille volte, ma che in questi giorni assumono un significato non banale: con il Pil che continua a cadere (e che nel 2013 farà -2,4 invece che -1,3 come previsto dal governo), con una parte di Pd e Pdl che spera di evitare l’aumento dell’Iva a luglio anche senza solide coperture e che non si rassegna al ritorno dell’Imu a settembre. In questo contesto, insomma, mantenere il 3 per cento può significare fare un’altra manovra correttiva. E chissà se il governo può sopravvivere a un passaggio del genere. La durata del Consiglio dei ministri di ieri è la dimostrazione di quanto è difficile prendere decisioni economiche in questo contesto così rigido. Letta riunisce i ministri alle 15, partendo da una bozza che pareva definitiva, ma la riunione dura oltre cinque ore. I due temi tabù, quelli che possono far esplodere la maggioranza, non vengono affrontati. Non si parla di Imu, anche se il termine per riformare l’imposta sulla scada non è lontano, il 31 agosto. E non si tocca neppure la questione Iva, il governo cerca di preservare l’illusione che si possa almeno rinviare il passaggio dal 21 al 22 per cento dell’aliquota più alta che scatterà il primo luglio.
Il decreto “del fare”, come lo ha chiamato Letta, non contiene provvedimenti drastici, ma tanti piccoli interventi (80 le misure) che dovrebbero stimolare l’economia. Il dato politico più rilevante riguarda le infrastrutture: per finanziare alcune infrastrutture immediatamente cantierabili (che dovrebbero cioè creare subito posti di lavoro), come la terza linea della metro a Roma, si tolgono risorse alla linea di Alta velocità Torino-Lione e al terzo valico ligure. In totale quasi 2 miliardi, 524 milioni dal Tav. E questo, raccontano, ha irritato molto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) che aveva difeso l’importanza dell’alta velocità nei giorni scorsi. Lo stesso Lupi, in realtà, cerca di smorzare i toni e nega il “definanziamento”. Semplicemente, dice, le risorse in questo momento non utilizzate per via dello stato di avanzamento dei lavori, vengono messe altrove. Sarà, intanto il Pdl incassa un allentamento delle tecniche di riscossione di Equitalia (con la non pignorabilità per la prima casa). Il Pd si intesta gli interventi per le imprese tramite la Cassa depositi e prestiti e il piano di edilizia scolastica da 100 milioni di euro e la riduzione delle bollette energetiche grazia a un taglio dei sussidi dal 2014.
LE MISURE PRINCIPALI DEL DECRETO
Infrastrutture – Via le risorse al Tav Torino-Lione, al Ponte e al Terzo Valico in Liguria
IL GOVERNO crea un fondo da 2 miliardi di euro “per consentire nell’anno 2013 la continuità dei cantieri in corso, ovvero il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all’avvio dei lavori”. Così dovrebbe esserci subito un effetto sui posti di lavoro. I soldi vengono recuperati da altre grandi opere: 524 milioni vengono tolti al Tav Torino-Lione, al cui progetto restano soltanto 4 milioni per il 2014. Non è la fine del Tav, ovvio, ma sembra la garanzia che almeno per un altro anno resterà tutto fermo. Altri 50 milioni arrivano dal progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che mai si farà ma continua ad assorbire risorse, e 773 milioni dal Terzo Valico a Genova (alcuni milioni si recuperano anche tra le pieghe del trattato di amicizia con la Libia di Gheddafi firmato nel 2010). Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi precisa: “Non c’è nessun de-finanziamento nè blocco di grandi opere, c’è un utilizzo temporaneo di risorse già allocate, ma che non verrebbero utilizzate nel breve periodo”. Tradotto: prendiamo i soldi per usarli per cose più utili, ma promettiamo di rimetterli a posto appena possibile. Chissà come.
Le altre misure
“WI-FI LIBERO” – Sul piano dell’Agenda digitale e della burocrazia del settore, il ministro Flavio Zanonato ha annunciato il wifi libero. Il provvedimento varato ha “liberalizzato completamente Internet” nel senso che nell’uso in pubblico del “wi-fi non sarà richiesta più l’identificazione personale degli utilizzatori”.
DEBITI PA – Il ministro per la Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia ha parlato invece dell’introduzione “in via sperimentale” di una norma che introduce un indennizzo per il ritardo nei procedimenti e che comporta una responsabilizzazione di tutti i soggetti della pubblica amministrazione”.
ONERI IMPRESE – Vengono diminuiti gli oneri per le imprese, tra i quali alcuni legati alla sicurezza sul lavoro, e questo comporterà risparmi per 450 milioni di euro.
EDILIZIA SCOLASTICA E RICERCA – Tra i provvedimenti approvati dal cdm ci sono anche norme sull’edilizia scolastica, “un problema enorme: grazie anche all’intervento dell’Inail, abbiamo la possibilità d’accordo di cominciare con 100 milioni di euro per la manuetenzione degli edifici scolastici, un segnale importante anche per rassicurare le famiglie in vista dell’apertura dell’anno scolastico”. Lo ha detto il ministro dell’istruzione Chiara Carrozza nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il ministro ha poi aggiunto una novità sulle assunzioni: “Si ampliano le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20 a 50% il turn-over, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Con questo provvedimento si libereranno posti per 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori” di tipo B.
da il Fatto Quotidiano del 16 giugno 2013, aggiornato da redazione web alle 9.35