Come in Parlamento anche nel Comune del capoluogo piemontese si vuole vietare i video effettuati dalle tribune e dagli stessi seggi. I Cinque Stelle: "E' un provvedimento su misura contro di noi". Il Pd: "No, c'è trasparenza". Il Pdl: "Modifica per evitare che venga lesa la dignità dei consiglieri"
Il consiglio comunale di Torino vuole vietare i video e le riprese “non autorizzate” di lavori, interventi, votazioni. Lo denunciano i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino e Vittorio Bertola. Lunedì a Palazzo Civico verranno discusse e votate le proposte per modificare il regolamento e tra tutte le proposte c’è quella bipartisan che vieta le riprese dallo spazio destinato al pubblico della Sala Rossa e i montaggi del video della diretta del sito internet. Potrebbero essere consentite solo le riprese dalla tribuna stampa a persone accreditate. Nessuna ripresa con telefonini o tablet da parte dei cittadini non autorizzati. “La maggioranza vorrebbe introdurre un controllo più stretto, sia per i cittadini sia per i consiglieri. Lo motiva dicendo che c’è la diretta ufficiale in streaming sul sito del Comune, ma quella riprende solo chi parla e non cosa accade attorno – spiega Bertola – Poi c’è la proposta di vietare le modifiche dei video, i filmati montati con i commenti come facciamo noi”. Insomma, per i grillini torinesi sono modifiche fatte su misura contro di loro: “Siamo gli unici che fanno i video”. Hanno cominciato subito, appena insediati nella primavera 2011, a riprendere i lavori per caricarli su Youtube e sui social network e per aumentare la trasparenza con gli elettori, ma a qualcuno ciò non è mai piaciuto.
Conferma l’impressione il capogruppo del Pdl Andrea Tronzano: “Tutto nasce all’inizio della legislatura perché i grillini avevano portato delle persone a fare dei filmati e le hanno messe nell’area riservata alla stampa quando non erano autorizzate”. Se passerà la modifica del regolamento per fare le riprese bisognerà essere accreditati e stare nella tribuna stampa e non più sugli spalti per il pubblico. “Pensavamo di autorizzare solo i giornalisti e alla fine abbiamo autorizzato sia i cronisti sia il personale dei gruppi accreditati e autorizzati”, spiega il capogruppo del Pd Stefano Lorusso. Per i singoli cittadini invece non ci sarà questa opportunità: “Sul sito abbiamo tutte le informazioni, i video e i resoconti delle assemblee. Non so se altre grandi città hanno questa trasparenza”.
Non è volontà di censura, ma di tutelare l’immagine delle persone, affermano i consiglieri. Come spiega Tronzano “se qualcuno si mette il dito nel naso – per fare un esempio – viene ripreso e sbeffeggiato. Quindi abbiamo pensato a queste modifiche affinché non venga lesa la dignità dei consiglieri”. Lorusso aggiunge che la proposta “tiene conto delle esigenze dei lavoratori del consiglio comunale. Il testo è stato steso dagli uffici con i loro sindacati”. La dignità delle persone è il motivo per cui si pongono paletti anche al montaggio dei video. La proposta prevede il divieto di “manipolare artificiosamente il contenuto della ripresa in modo da renderla mendace o distorsiva rispetto all’essenza e al significato delle opinioni espresse”. Lorusso sottolinea che “la norma non prevede sanzioni e inoltre consente di montare i video, ma senza un carattere di discredito”. La pensa così pure Tronzano: “La norma non è contro i grillini, ma è a tutela della dignità. Non si deve andare oltre e manipolare l’informazione”.
Per il capogruppo di Sel, Michele Curto questo punto non è un problema: “Sono favorevole al fatto che i video del consiglio vengano utilizzati come meglio si vuole, però sono contrario a permettere a chiunque di fare le riprese. Possiamo autorizzare anche i freelance e gli attivisti, ma l’importante è che si assumano la responsabilità di quel che fanno. Trasparenza assoluta, ma anche rispetto delle persone altrimenti lo scontro diventa violento”. “Vedremo se adeguarci – conclude Bertola -. Per noi la questione più interessante resta il montaggio video. Ci sembra insensato che un’amministrazione che parla di open source e trasparenza ponga limiti sull’uso delle immagini del consiglio”.