Qualche giorno fa avevo scritto come da un comunicato della Lockheed risultasse che l’Italia aveva già ordinato 10 F-35, sette in più di quelli che sinora erano stati ufficialmente dichiarati. La società statunitense aveva smentito, sostenendo che le cifre pubblicate sui loro comunicati stampa non si riferivano a ordini ma a una “pianificazione industriale”. Giustificazione a mio avviso non molto credibile, per vari motivi che avevo spiegato nella mia risposta.
Adesso ho la prova, ufficiale, che io ho ragione e Lockheed ha invece affermato cose non vere, forse per salvare la faccia (o altra parte del corpo, scegliete voi) di qualcuno che sta qui a Roma. Il 15 giugno 2012, infatti, il Naval Air Systems Command statunitense ha annunciato un contratto con Lockheed (numero N00019-12-C-0004) del valore di dollari 489.528.000 per la fornitura delle cosiddette long lead items, cioè quelle parti che hanno tempi di produzione molto lunghi e devono essere messe in lavorazione con largo anticipo. Nel comunicato si precisa che le parti si riferiscono a vari aerei tra cui “three CTOLs for the government of Italy”, tre aerei a decollo convenzionale per il governo italiano (oltre ai tre già inseriti nel lotto precedente). Esattamente come avevo scritto io.
C’è di più: il 9 ottobre successivo, sempre il Naval Air Systems Command (è il comando della marina Usa che gestisce gli acquisti di armamenti), fa un altro comunicato che riguarda, questa volta, soltanto l’Italia dove annuncia un ulteriore contratto da 28.620.000 di dollari, aggiuntivo a quello citato sopra, “to provide additional funds for long lead-time parts, material and components required to protect the delivery schedule of four Low Rate Initial Production Lot VII F-35 Lightning II Joint Strike Fighter Conventional Takeoff and Landing aircraft for the Government of Italy”. Per cui gli aerei italiani del lotto sette sono citati ben due volte nei bollettini contrattuali del Governo Usa. Ma in nessun comunicato del Governo italiano.
Tra l’altro gli aerei adesso da tre sembrano essere diventati quattro: un errore del comunicato oppure si è aggiunto un quarto aereo alla chetichella? Non è molto rilevante, perché una cosa è certa: è ufficiale che il Government of Italy ha ordinato agli statunitensi più aerei di quanto abbia ufficialmente ammesso, e più di quanti la Lockheed adesso affermi.
Restano fuori i quattro F-35 dell’ottavo lotto (LRIP-8), da me citati nel primo articolo. Effettivamente nei contratti (qui e qui) che sono riuscito a reperire non c’è traccia degli aerei italiani.
C’è tuttavia un indizio che conferma come probabilmente quei quattro aerei italiani nel lotto otto ci siano davvero e si aspetti solo il momento giusto per farlo sapere anche al Bel Paese. Ho ritrovato il F-35 Fast Facts della Lockheed del mese di marzo 2013. Vi vengono menzionati, per il LRIP-8, 35 aerei, esattamente quelli inseriti nei contratti governativi linkati sopra. A maggio, però lo stesso comunicato parla di 45 F-35 nel LRIP-8, di cui 4 per l’Italia con le precisazione che sono in attesa di finanziamento (“awating funding”). Il che può significare solo una cosa: che l’ordine c’è stato, tra marzo e aprile 2013, e deve solo essere perfezionato contabilmente.
Mi scuso per la pedanteria, ma sembra che l’unico modo per sapere la verità in questo Paese sia raccogliere i pezzi di un puzzle che ci sfugge sempre. Una ragione di più perché qualche nostro parlamentare, visto che si avvicina il giorno della discussione delle mozioni sull’F-35, pretenda di avere dal Governo risposte chiare e, per una volta, vere.