Parma non ha solo un buco di bilancio (in via di guarigione), ma anche nello stomaco (in via di peggioramento). E qui ci sono i numeri (parmafacciamosquadra.it): in città viaggiamo sulle 2.000 famiglie circa che hanno bisogno di cibo perchè non se lo possono permettere. Sono Parmigiani.
A Giocampus Estate, eccellenza di centro estivo per ragazzi, da quest’anno, tutto quello che si può e che avanza dalla mensa viene mandato in giornata al Banco Alimentare: bambini protagonisti, prima che nello sport, nell’educazione.
Nella piccola Parma coesistono mondi paralleli: c’è una strada, faccio per dirne una, quella sul LungoParma, su cui si affacciano istituti superiori (mica periferia e mica parma male): ultimo giorno di scuola e si festeggia con lancio di uova, spumante, fanta e coca, farina, cacao, cannella, passata di pomodoro, etc. La strada è lastricata di melma gastronomica. A garantire che nessuno si faccia male (indigestione?) le forze dell’ordine: fanno cordone, passanti in transito lo fanno a rischio e pericolo della lavanderia. I ragazzi si imbrattano di cibo. Festeggiano. Gli è consentito. In fondo sono arrivati alla fine dell’ anno (c’è chi non arriva a fine mese), li aspetta il futuro (se non marca visita), alcuni vivranno l’esperienza di Intercultura (molti si realizzeranno con il Milan Pensiero). Addetti sciacqueranno la strada da uno sporco che il giorno prima avrebbe potuto riempire un vuoto. Di stomaco.
Per carità, il mondo non si cambia quel giorno lì (mi basterebbe cambiarlo un pezzo alla volta, quello in cui vivo, per cominciare), ma a forza di rimandare si consolida il principio all’indifferenza. Peccato che ogni preside assente alle scene di giubilo non abbia colto e condiviso quanto scritto in una magistrale circolare del Liceo “Bertolucci” del dirigente scolastico Aluisi Tosolini: “La farina ed ogni altro cibo e bevanda invece che essere usati contro i propri compagni possono e debbono essere usati a favore di chi ne ha necessità.”
Anche stavolta sono mancati gli adulti, come dire: si sono messi in ferie il giorno in cui i figli potevano crescere. Vagli a dire che la maturità non è un pezzo di carta.