La moglie dell'autore e showman televisivo spiega che "il pubblico di Rai Storia ha potuto assistere a una serie di affermazioni che sfiorano il reato di diffamazione perché non si tratta di opinioni ma di ben altro con il chiaro e preciso intento di delegittimare una persona morta"
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Morena Zapparoli Funari, moglie dell’autore e showman televisivo scomparso il 12 luglio 2008
Quello a cui ho assistito venerdì sera a “Dixit” su Rai Storia non è stato uno speciale su Gianfranco Funari come mi aveva annunciato l’autore della trasmissione Luca Martera ma una autentica “damnatio memoriae” (così tanto perché il direttore Giovanni Minoli non si crei l’illusione di essere l’unico a conoscere il latino). La damnatio memoriae, per chi non lo sapesse, era in voga parecchi secoli fa ed era uno strumento con cui il potere condannava all’oblio un personaggio pubblico considerato un nemico facendo in modo di cancellare ogni sua traccia dalla storia dopo la sua morte.
Nel caso dello speciale su Funari la damnatio memoriae è consistita nell’infangare intenzionalmente la memoria di un personaggio pubblico scomodo che non può nemmeno replicare e difendersi perché non c’è più. Qualcuno in grado di poter fare da controcanto alle numerose menzogne dette dai personaggi intervistati e montate ad arte per dipingere Funari come un opportunista che ha sempre obbedito al potere e ha beneficiato soltanto delle logiche di mercato che governavano la televisione in realtà era a disposizione dell’autore che qualche mese fa mi ha fatto un’intervista lunga due ore e mezza ma della mia intervista nello speciale non c’era nemmeno l’ombra. E’ così successo che il pubblico di Rai Storia ha potuto assistere ad una serie di affermazioni che sfiorano il reato di diffamazione perché non si tratta di opinioni ma di ben altro con il chiaro e preciso intento di delegittimare una persona morta.
Si va da considerazioni di carattere personale come quelle del regista Pasquale Squitieri “come dice Andy Wahrol ciascuno in tv può avere il suo quarto d’ora di celebrità e Funari è rimasto celebre per migliaia di ore ma sotto sotto c’era il nulla” oppure Giovanni Minoli “quando si spegne la luce, si spegne e basta…i grandi sanno uscire di scena un attimo prima, non credo che Funari abbia avuto questa sensibilità” o ancora Squitieri “guai a fidarsi di Funari o Vespa o Floris o Costanzo perché sono apparenza totale, è come quando guardi un film porno e sai che è solo apparenza” dove, al di là del giudizio, il “genio” del cinema accosta quattro personaggi completamente diversi tra loro per personalità e soprattutto storia professionale. Ma lasciando da parte i giudizi personali passiamo a considerazioni che in molti casi contengono vere e proprie menzogne. L’ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri e l’ex direttore di Rai due (all’epoca in quota socialista) Giampaolo Sodano affermano che Funari era amico dei socialisti….era così tanto amico di Craxi e compagnia bella, si può facilmente obiettare, che il motivo per cui Sodano lo ha cacciato da Rai Due fu perché Funari volle invitare a tutti costi a “Mezzogiorno è” Giorgio La Malfa che socialista non era di certo, rappresentava l’opposizione alla legge sull’immigrazione e Funari voleva dare a tutti i partiti lo stesso spazio nella sua trasmissione.
Il giornalista Paolo Martini e altri accusano Funari di essere stato un opportunista, di essere stato socialista quando faceva comodo essere socialisti, leghista quando faceva comodo essere leghisti, dipietrista quando faceva comodo essere dipietristi, Martini lo paragona a “certi italiani che sono stati prima fascisti poi partigiani poi craxiani e ora grillini”, Minoli dice che Funari non fu cacciato dalla Rai ma se ne andò alla Fininvest perché “guadagnava di più da Berlusconi e i martiri, si sa, in televisione triplicano sempre lo stipendio”. Il regista Ermanno Corbella dice che Funari parteggiava in modo eccessivo per Berlusconi. E infine l’accusa più incredibile, quella di essersi venduto a Berlusconi fatta dal giornalista David Grieco che afferma che Funari lasciò la direzione de l’Indipendente, quotidiano spesso in aspro contrasto con l’allora presidente del consiglio Berlusconi, a seguito di una lunga telefonata con Belusconi a conclusione della quale Funari avrebbe detto allo stesso Grieco: “Basta con il giornale, torno a fare televisione, perché? Perché mi cago sotto”.
Beh, cari signori, mi rivolgo a chi ha rilasciato queste dichiarazioni a “Dixit”, qui non si tratta di legittimo diritto di opinione, qui si tratta di bugie montate ad arte che possono essere facilmente confutate non tanto da me, Morena Zapparoli “terza moglie” di Gianfranco Funari come recita un sottopancia della trasmissione tralasciando di specificare la mia professione di autrice e conduttrice televisiva, bensì dal pubblico che lo ha sempre seguito e ha costituito l’unica sua ancora di salvezza in un sistema di potere che ha cercato in ogni modo di delegittimarlo con alcuni di voi che hanno finto di essergli amici quando era in vita e ora tentano di infangarlo a cinque anni dalla sua morte. La casalinga di Voghera come la sciura Maria o lo studente di Zagarolo si ricordano perfettamente che Funari non era leghista quando bisognava esserlo perché per invitare Bossi in trasmissione ha rischiato il posto un sacco di volte e non era dipietrista quando bisognava esserlo perché Di Pietro ad Odeon tv lo ha invitato quando non era più magistrato e non poteva parlare né sulla RAI né su Mediaset.
Se Funari fosse stato amico di Craxi o si fosse venduto a Berlusconi avrebbe continuato a lavorare sulle reti Mediaset fino alla morte invece di migrare su televisioni minori fin dal 1993 e questo mi sembra talmente lapalissiano che lo capirebbe anche un bambino. Che Funari abbia pagato la sua totale indipendenza dal potere con le cacciate dalle principali televisioni italiane e non abbia mai obbedito ai diktat che gli venivano dalla politica o dai direttori di rete politicizzati è cosa nota a chiunque possegga un televisore o abbia mai letto un giornale ed è cosa ormai nota anche alle persone più giovani che grazie ai nuovi mezzi di comunicazione possono documentarsi con una certa libertà.
Quello che davvero mi riesce difficile capire è il perché di un’operazione del genere, perché diffamare una persona che non c’è più e non può più dare fastidio? Forse la risposta non è contenuta del tutto in questa assurda affermazione di David Grieco che costituisce una delle chiuse dello speciale ma il sospetto che l’accostamento a Beppe Grillo non sia casuale verrebbe a chiunque. Ecco la dichiarazione di Grieco “quasi non riesco a fare un parallelo fra Funari e Grillo tanto sono identici perchè sono entrambi attori falliti e frustrati, dalla tv Grillo è stato cacciato via dalla stessa persona che ha cacciato Funari (il direttore Sodano), se c’è una differenza fra i due è che Funari fa le cose all’impronta con un istinto più forte di quello di Grillo però le fa come capita…. Funari è romano e ha meno voglia di lavorare”.
Colpire un morto per far del male ad un vivo? Mah, tutto è possibile, certo quello a cui ho dovuto assistere insieme ad altri telespettatori venerdì sera su Rai Storia è stato uno spettacolo degno del peggior regime che pensava bene di dannare la memoria degli oppositori quando ormai non avevano più nemmeno la possibilità di opporsi.
Morena Zapparoli Funari