Ci sono consulenze che, per paradosso e masochismo, non si possono definire inutili: ci fanno divertire, e non è mica poco. La Regione Lombardia ha pagato un volenteroso con 1.000 euro per distribuire i buoni gelati per “l’evento lecca nella foresta”. Lo spreco non ha misure rigide, ci sono banconote che sfuggono al controllo, si traducono in oltre 270.000 incarichi – liquidati nel 2012, relativi al 2011 come anticipato domenica dal Fatto – e diventano 1,3 miliardi di euro. La fantasia può deviare la ragione e incentivare lo sperpero di denaro pubblico.
I sardi e la campionatura di suini e rondelle. Quando aprite il frigorifero, anzi il congelatore, forse vi scatta quel desiderio inconfessabile di separare il tacchino dal vitello e il pollame dal maiale: per ordine maniacale, chissà. La Regione Sardegna vi ha anticipato perché ha assoldato un esperto per campionare la carne di suino e i salumi tradizionali per 14.715 euro. E siccome le cose vanno messe nei posti giusti, la giunta sarda ha chiesto a un tecnico di campionare anche i tappi e le rondelle con lo sconto però, 930 euro. Sappiamo persino che ancora la Regione Sardegna ha liquidato 5.500 euro per un imprecisato progetto per la ricotta.
Il territorio, ci dicono, è fondamentale. La burocrazia, ci ripetono, è fastidiosa. E le amministrazioni pubbliche, ci sussurrano, sono ingolfate. Ecco, allora, che la Regione Molise si prende la briga di arruolare un docente per un rapido corso agli aspiranti “raccoglitori di tartufo”, 1.000 euro. Un obolo rispetto al fortunato consulente di Trento (Provincia) che se n’è intascati 3.705 per “il progetto denominato evoluzione della pasticceria”. Se volete un servizio completo, e preferite restare in zona, il Comune di Trento offre il “buffet”, costo 8.241 euro. Per gli amanti del brivido, a Macherio (Milano) organizzano il “buffet al buio”, 400 euro a brindisi. La comunità Valsugana e Tesino si concede bizzarri incontri culturali che richiedono l’ingaggio di raffinati “esperti” (non mancano mai): 13.000 euro per il progetto “libera-mente”; 1.600 euro “montagna selvaggia”; 1.321 euro per “amare troppo, amare male”.
La Valle d’Aosta e il vizio di catalogare tutto. In Valle d’Aosta ci tengono a essere precisi: catalogano tanto e non badano a spese. Un giorno, la regione autonoma ha ordinato di rassettare l’archivio fotografico di arte contemporanea, 8.582 euro. E un giorno successivo, non distante, ha deliberato la stessa operazione per “i beni culturali mobili”. Non l’hanno deciso per noia, spiegano: si tratta di “attività propedeutica alla costituzione del museo”. L’attività sarà pure “propedeutica”, ma è costata già 41.184 euro. A Rocca Priora, provincia di Roma, non sapevano a chi far scegliere le immagini per i pannelli e opuscoli didattici, poi avranno trovato qualcuno davvero bravo e l’hanno ringraziato con 12.000 euro.
La rassegna stampa ligure per i tedeschi e gli inglesi. La Regione Liguria è davvero stravagante e, in senso positivo, esterofila: spendono 3.134 euro per un “servizio di ritagli di stampa” per il mercato inglese e tedesco. E poi monitorano i finanziamenti europei e dunque finanziano il monitoraggio con quasi 17.000 euro. La Giunta ligure si è preoccupata anche di un “programma di visita a favore di un gruppo di giornalisti”, 2.200 euro.
Chi l’avrebbe mai detto che i sacerdoti rischiano di avere il doppio ruolo e il doppio stipendio? Le donazioni tramite l’otto per mille servono a sostenere la Chiesa, ma spesso un secondo aiutino non è rifiutato. Gli ospedali sono laici, dovrebbero perlomeno, però le Asl o le Usl investono tanti denari per l’assistenza religiosa: insomma, pagano i preti. Ospedale di Brunico, 74.000 euro. Rovigo, 82.000 euro. Treviso, 105.000. Si toccano milioni di euro. Si tocca il paradiso.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 giugno 2013