Il segretario del Partito Democratico in visita alle zone colpite dal sisma 2012 parla di ricostruzione e crisi economica: "Parliamo spesso di ciò che è necessario per superare la crisi, ma la maniera più elementare è proprio trovare il modo per concedere risorse, soldi che ci sono e si trovano nel sistema bancario della Banca centrale europea, a chi ne ha bisogno"
Liquidità per le aziende, fiscalità di vantaggio e detassazione dei rimborsi assicurativi. Fa il punto sulla ricostruzione il segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani, in visita nelle zone terremotate di un’Emilia che poche settimane fa ha ricordato le vittime dei fenomeni sismici del maggio 2012. Tira le somme e sottolinea quali siano le priorità “per completare l’insieme degli aiuti” necessari a risollevare le oltre 57 comunità devastate dalle scosse, che in pochi secondi provocarono oltre 13 miliardi di danni, 45.000 sfollati e 28 morti.
E il primo punto riguarda il ripristino del tessuto produttivo in un’area che, almeno fino allo scorso anno, rendeva circa il 2% del Pil nazionale. “La liquidità – spiega Epifani, che ha iniziato la sua visita nel ‘cratere’ proprio dalla Fonderia Sacchetti, gravemente danneggiata dal sisma ma già a macchine accese – è il vero tema da discutere oggi, in Italia. Parliamo spesso di ciò che è necessario per superare la crisi, ma la maniera più elementare è proprio trovare il modo per concedere risorse, soldi che ci sono e si trovano nel sistema bancario della Banca centrale europea, a chi ne ha bisogno. Questa azienda – continua il segretario del Pd – è l’esempio di un paese che cerca di farcela ma si trova bloccato da una strozzatura di cui non si riesce a venire a capo. E’ un’impresa colpita che ha ripreso la produzione ma ha bisogno di liquidità perché ha dovuto sostenere completamente i costi di risanamento post terremoto. E non si trova una banca disposta a concedergliela. E’ assurdo: capisco che gli istituti di credito siano cauti in un momento di crisi, ma qui servono risorse per superare le difficoltà e proiettarsi sul futuro”.
Dopo la visita alle Fonderie, il segretario “pro tempore” dei democratici ha incontrato i sindaci del ‘cratere’, e poi si è spostato a Concordia sulla Secchia, un cantiere ancora aperto, una zona rossa transennata e deserta nel cuore della bassa. “Qui in Emilia – sottolinea Epifani – si vede la voglia di reagire della popolazione. Una parte del lavoro è stata fatta, ci sono aziende che hanno ripreso a lavorare ma mancano ancora molte opere da completare”. Per questo, ha aggiunto, “credo si debbano portare avanti le richieste, piene di buon senso, che gli amministratori hanno segnalato”.
Come la questione relativa alla fiscalità di vantaggio per le piccole e medie imprese, “quelle che non avendo un patrimonio da parte” a cui attingere in attesa dei rimborsi, ancora ingolfati nel lungo iter burocratico, “sono le più colpite”. Come la proroga dei mutui per comuni e famiglie terremotate, come la questione della detassazione degli indennizzi assicurativi per le aziende e i cittadini danneggiati dal terremoto, esclusa negli scorsi giorni dal ‘pacchetto Emilia’. L’insieme di emendamenti relativi alla ricostruzione, presentati al decreto legge 43. “Questi elementi sono già presenti in Parlamento” chiarisce il segretario, “ma dobbiamo e vogliamo portarli a compimento”.
Epifani, poi, ha parlato anche di lavoro, di disoccupazione, “la spirale infernale dalla quale dobbiamo uscire”. Una spirale fatta di serrande chiuse e aree industriali in macerie, che in Emilia ha raggiunto un tasso del 7,1%, il massimo storico, fermandosi a quota 17,4% per i giovani tra i 15 e i 29 anni.
Prima di partire per Novi di Modena, comune epicentrico del sisma del 29 maggio 2012, e poi alla volta di Modena, Epifani ha commentato anche alcuni dei ‘temi caldi’ della bassa terremotata: la costruzione dell’autostrada regionale Cispadana, a lungo oggetto di accese polemiche, che però per il segretario è “un investimento che va fatto, una bretella intelligente per avvicinare le due parti della regione, che farà bene all’economia e ai cittadini”. E poi la questione relativa al deposito di gas di Rivara, l’impianto di stoccaggio da 3,7 miliardi di metri cubi di gas in acquifero tra i comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Medolla, Mirandola e Camposanto contro il quale amministrazioni locali, Regione e cittadini hanno a lungo combattuto. Fino a ottenere lo stop al progetto sia da parte del ministero allo Sviluppo Economico, sia da quello all’Ambiente. “E’ un problema annoso che il terremoto ha risolto” ha spiegato Epifani.
“C’è ancora tanto da fare per questa terra – conclude il segretario del Pd – ma si è reagito, si sta lavorando bene e questo mi fa dire che, malgrado le grandi sofferenze che la popolazione sta vivendo, si possa guardare al futuro con fiducia”.