Politica

Carceri, Cancellieri: “Provvedimento di clemenza unica soluzione, strada maestra”

Il ministro della Giustizia a Radio Radicale ha spiegato che il problema “è squisitamente politico e non mi appartiene, ma sarebbe la soluzione tecnica più semplice e più efficace...per respirare un attimo e poter ripartire bene"

”E’ giusto che sia il Parlamento a decidere qualsiasi provvedimento di clemenza, ma io credo che sarebbe l’unica soluzione, la strada maestra, per respirare un attimo e poter ripartire bene”. Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, a Radio Radicale ha spiegato che il problema “è squisitamente politico e non mi appartiene, ma sarebbe la soluzione tecnica più semplice e più efficace”. Il Guardasigilli  ha poi rivolto un saluto a Marco Pannella – in sciopero della fame e della sete – esprimendo apprezzamento per la sua “capacità di lottare sempre in maniera molto civile”, e per le sue battaglie di “grande spessore”. E ha garantito il proprio impegno per la tutela dei diritti dei cittadini.

Secondo il ministro il decreto svuota carceri del governo Monti, che ha esteso da 12 a 18 mesi il residuo di pena che si può scontare ai domiciliari e ha introdotto norme per contrastare il fenomeno del passaggio dei detenuti in carcere per pochi giorni, “ha ottenuto risultati incoraggianti”. Durante il Question time alla Camera la Cancellieri ha spiegato che “11mila i detenuti che hanno usufruito degli arresti domiciliari mentre le detenzioni brevi sono passate dal 30% al 13%”. E’ anche diminuito il cosiddetto fenomeno delle porte girevoli, cioè gli ingressi in carcere per pochi giorni. Prima del provvedimento era pari al 30% ora è passato al 13%”. Gli effetti normativi delprovvedimento scadranno ha spiegato Cancellieri, alla fine dell’anno. Per questo “è allo studio uno schema di provvedimento per limitare gli ingressi per brevi periodi di detenzione. Detenzione domiciliare e lavori di pubblica utilità sono la strada per limitare gli ingressi in carcere” ha detto il ministro. E per migliorare le condizioni di vita nelle carceri e “ridurre i rischi di recidiva” è “molto importante” valorizzare le possibilità di lavoro dietro le sbarre. Nella stessa direzione va anche la scelta di puntare su carceri “a custodia attenuta”, una metodologia che consente una “maggiore apertura della sezione detentiva”. E non si parte da zero: “il carcere di Bollate è un esempio importante di questa prospettiva”.