Operazione del Nas in collaborazione Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Tre dirigenti della casa farmaceutica Geymonat sono stati arrestati e sono ai domiciliari; avevano terminato il principio attivo e per assicurare la continuità del prodotto avevano deciso di avviare la produzione inserendo una sostanza simile ma inefficace
“Controllate e non usate Ozopulmin, unfarmaco in supposte per la tosse usato soprattutto per i bambini ma anche per gli adulti”. E’ l’appello che arriva dal vicecomandante dei Nas, Antonio Diomeda, durante la conferenza stampa sull’operazione che ha portato all’arresto di tre dirigenti della casa farmaceutica Geymonat per avere messo in commercio tre lotti, pari a 35 mila confezioni, di questo prodotto con un principio attivo falso ed inefficace. Ed è per aver contraffatto un farmaco per bambini e lattanti sono stati arrestati tre dirigenti della casa farmaceutica.
Il medicinale è utilizzato per la cura di “affezioni respiratorie”. L’indagine è stata condotta con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Gli arresti – informa il comando del Nucleo antisofisticazione e sanità dei carabinieri – sono stati eseguiti nelle prime ore della mattinata. I tre dirigenti sono ai domiciliari.
I Nas hanno annunciato di aver già ritirato tutte le confezioni presenti nelle farmacie, ma secondo le stime ci sarebbero circa 9.500 confezioni del prodotto nelle case degli italiani, con scadenza marzo 2016. I tre manager dell’azienda Geymonat, finiti agli arresti domiciliari, avevano inserito al posto del principio attivo una sostanza simile, normalmente usata per cosmetici e integratori alimentari, ma farmaceuticamente inefficace. Si tratta di un farmaco da banco per bambini e adulti, un anti-tosse ad azione balsamica – non un antibiotico – e l’assenza del principio attivo lo rende di fatto inefficace. I Nas sono riusciti a portare alla luce la contraffazione grazie a una segnalazione “di una farmacia di Roma”, che avrebbe evidenziato uno sgretolamento sospetto delle supposte appartenenti a tre lotti. Da lì sono partite delle analisi nel marzo scorso e le ispezioni nell’azienda produttrice.
Dagli accertamenti è emerso che gli indagati, rimasti privi del principio attivo a causa di un disaccordo commerciale con la ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la fetta di mercato, avevano deciso di avviare comunque la produzione di lotti di farmaco contraffatti. I tre “nella piena consapevolezza di esporre a rischi per la salute un considerevole numero di persone e di bambini, avevano posto in commercio un farmaco contraffatto e non adatto al suo scopo terapeutico, che avrebbe potuto cagionare un aggravamento delle affezioni respiratorie”.