Secondo i documenti che il fattoquotidiano.it ha potuto consultare, l'edificio di via Bezzi intestato al neoministro ha come affittuario Maurizio Patané. Il contratto però non risulta depositato in questura
Chiusa per motivi familiari. La palestra allestita nella casa di Josefa Idem oggi non ha aperto. A dirlo è Maurizio Patanè, indicato negli atti di “accertamento di illecito” del Comune di Ravenna come l’affittuario\gestore della struttura, ma che questa mattina contattato da ilfattoquotidiano.it ha negato tutto: “Io sono un semplice collaboratore di Guglielmo Guerrini, il proprietario e marito della Idem. E non sono tenuto a dare questo tipo di informazioni”. Sulla pagina Facebook promozionale della palestra dilettantistica Jajo Gym, il nome di Patanè risultava fino a poche ore prima come quello del responsabile a cui fare riferimento in caso di necessità. “Vi ripeto, la palestra è chiusa per motivi familiari e non la gestisco io”.
L’edificio in questione è quello che fino al 4 febbraio 2013 risultava come la prima casa della campionessa di canoa e sulla quale per quattro anni i coniugi non hanno pagato l’Ici. Ma il mistero si infittisce e ora ad interessare è quel contratto d’affitto che Guerrini e Idem avrebbero stipulato con Patané e che non si è ancora riusciti a verificare se è stato depositato in questura o all’Agenzia delle entrate. “Sono un collaboratore, vi ripeto chiedete a Guerrini”, è la risposta di Mario, il secondo responsabile di Jajo Gym stando almeno alle ultime indicazioni. La strada è quella del silenzio stampa, dopo che l’avvocato della Idem, Luca Di Raimondo, è arrivato a Ravenna.
Nel frattempo, a chiedere spiegazioni è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Pietro Vandini: “Secondo il verbale pare proprio che la palestra di via Bezzi fosse un’attività commerciale a tutti gli effetti, in un luogo dove non è formalmente presente alcuna attività. Ad oggi oltre all’amministrazione comunale, esiste un’altra autorità, tipo la Guardia di Finanza, che ha intenzione o ha già promosso accertamenti per chiarire la posizione fiscale e l’eventuale rapporto che intercorre tra la società dilettantistica che gestisce la palestra e il ministro?”. Vandini si interroga anche sulla posizione dei lavoratori della struttura: “Pare normale ed ovvio chiedersi inoltre a chi eventualmente fosse pagato l’affitto dagli affittuari/gestori palestra dal momento in cui tale palestra “non esiste”; come altrettanto ovvio è chiedersi quale fosse la posizione contributiva e retributiva dei dipendenti e/o collaboratori che operavano/operano all’interno di tale attività commerciale. Quindi che si fa?».