Processo fissato per il 13 novembre. Secondo l'accusa al centro della vicenda c'è la ristrutturazione di un'abitazione dell'alto ufficiale in cambio di informazioni riservate sulle inchieste che vedevano coinvolto l'imprenditore
Il gup di Roma ha rinviato a giudizio il generale della Guardia di Finanza, Francesco Pittorru e l’ imprenditore Diego Anemone per l’accusa di concorso in corruzione. Il processo è stato fissato per il 13 novembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale di Roma. La vicenda rientra nell’inchiesta sugli appalti del G8 alla Maddalena sviluppata dalle procure di Firenze e Perugia. Nel giugno dello scorso anno furono eseguiti, dal nucleo di polizia tributaria della Finanza, una serie di sequestri, tra cui un appartamento dell’alto ufficiale. Al centro del procedimento, svolto dai pm Roberto Felici e Ilaria Calò, la ristrutturazione dell’immobile di Pittorru in via Merulana a Roma ed un contributo per l’acquisto per un ammontare di 700mila euro. Denaro, secondo l’ipotesi di accusa della Procura di Roma, riconducibile ad Anemone. In cambio l’imprenditore avrebbe ricevuto informazioni riservate sulle inchieste che lo vedevano coinvolto e sarebbe stato favorito nell’affidamento di un appalto da 15 milioni di euro legato ai lavori di ristrutturazione di una caserma dell’Aisi, ex Sisde, nel quartiere San Giovanni.
Il 30 settembre comincerà il processo del filone principale dell’inchiesta. A giudizio sarà l’intera “cricca” degli appalti: tra gli altri imputati l’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci e lo stesso Anemone.