“Lisbona resiste”. Variano i colori o le vesti grafiche, ma è questo il messaggio che si legge sui muri della Baixa, la città bassa. Quasi una risposta corale al governo di Passos Coelho che, vincolato a doppia mandata ai diktat europei, dopo il prestito da 78 miliardi di euro ricevuto a fine 2011 per evitare la bancarotta, ha condotto una politica di austerity oltre ogni limite: tagli alla spesa pubblica in ogni ramo, aumento delle tasse e, da un giorno all’altro, l’Iva al 23 percento. “Ma si sa, come ha detto pochi giorni fa il ministro dell’economia Vitor Gaspar, se manca la ripresa economica è colpa della pioggia’”, commenta ironica l’architetto Chiara Ternullo, 37 anni, catanese, in pianta stabile a Lisbona dal 2002. I portoghesi sono stanchi di questo governo, anche lei. Ma di rientrare in Italia, nonostante la forte recessione, Ternullo però non ci pensa nemmeno: “Dai miei colleghi e amici arrivano notizie peggiori. Il Portogallo in fondo è stato sempre un Paese in crisi che ha lottato e sa arrangiarsi. Gli italiani invece vengono da un lungo periodo di ricchezza: la verità è che alla prima sofferenza sappiamo solo lamentarci”.
Insomma nonostante un salario minimo di 560 euro, una disoccupazione al 17 per cento, una crescita quasi a zero, un Pil che ha fatto registrare un calo del 3,5 all’anno e una svendita continua del Paese, “a Lisbona si può ancora vivere bene”. Basta farsi un giro, dal quartiere del Barrio Alto fino al più esclusivo Cais do Sodrè, per capire che, tra la moria di negozi e le storiche case in rovina anni Cinquanta, la voglia di socializzare non manca: un caffè costa 65 centesimi, bere una birra con gli amici 1 euro mentre una cena a base di sardinhas (sardine) e a suon di Fado, la musica tradizionale portoghese, non supera mai i 10 euro. L’importante è sapersi regolare: “Con l’aumento dell’Iva c’è stato un grosso cambiamento – spiega l’architetto italiano – I portoghesi, dopo il boom del consumismo degli anni Novanta, sono tornati al supermercato con la lista della spesa per evitare di riempire in carrello di cose inutili. La vita è diventata in fondo più essenziale”.
Per il lavoro poi ci si arrangia, se, come dicono, bastano 900 euro per vivere a modo sulle rive del Tago. Dopo aver messo su uno studio, considerato tra i dieci più promettenti nel 2010, insieme al marito portoghese Pedro Teixeira de Melo, Chiara Ternullo, mamma di due gemelle di 4 anni, non nega certo le difficoltà: “Il lavoro va male, bisogna inventarselo. Ma trovi sempre una maniera per arrotondare: ho degli amici che preparano cene particolari per far quadrare i conti, io invece vendo limoncello fatto in casa”, sorride. Poi ci sono i premi ottenuti coi bandi di gara e i concorsi, anche in Italia. Dalla Sardegna ai piccoli comuni come Ischia, passando per Milano dove lo studio Ternullo-Melo si è classificato al terzo posto al concorso di idee per le architetture di servizio dell’Expo 2015. “Appunto, concorso di idee”, racconta l’architetto amareggiata. “Molti vinti, ma nessuno mai realizzato. Perché in Italia funziona così: prendono l’idea, ti pagano i diritti d’autore ma la realizzazione viene affidata (se affidata) a un’equipe diversa, i soliti amici degli amici. Una cosa del genere, per la cronaca, non esiste da nessun’altra parte al mondo. È una lotta contro i mulini al vento”.
Lo studio, che è stato appena scelto dal Maxxi di Roma per un’esposizione dedicata agli architetti italiani in Europa, in mostra con Renzo Piano e Lina Bo Bardi, sull’Expo di Milano è critico: “Ci ho creduto, tant’è che ho partecipato a entrambi i concorsi. Ma oggi penso sia un’occasione persa. Un progetto preliminare folle con fiumi di denaro pubblico solo per redigere i testi di motivazione”. Il pensiero allora non può che andare all’Expo 98, prototipo per la riqualificazione di quella fascia costiera semi-abbandonata che sta tra il ponte più lungo d’Europa, il Vasco de Gama, e la Baixa. “Adesso è un quartiere cittadino moderno, dedicato al turismo e al business delle nuove generazioni”, racconta l’architetto che in quegli anni, da studentessa universitaria, a Lisbona era arrivata per la prima volta richiamata proprio dalle nuove costruzioni. “Non so se a Milano riusciranno a fare lo stesso: il progetto pare non rispetti nulla di quello che chiedevano, la speculazione edilizia è già cominciata e i prezzi sono alle stelle. Mi sembra una battaglia già persa. Senza contare che quello che rimarrà ai cittadini rischia di essere un flop”.
Cervelli in fuga
Architetto a Lisbona. “Il lavoro? Da inventare. Ma in Italia rubano le idee”
Chiara Ternullo insieme al marito Pedro Teixeira de Melo ha creato uno studio tra i dieci più promettenti del 2010. In Portogallo la crisi si fa sentire, ma nel Belpaese non tornerebbe. "Ti pagano i diritti dei progetti - spiega - ma la realizzazione è affidata agli 'amici degli amici'"
“Lisbona resiste”. Variano i colori o le vesti grafiche, ma è questo il messaggio che si legge sui muri della Baixa, la città bassa. Quasi una risposta corale al governo di Passos Coelho che, vincolato a doppia mandata ai diktat europei, dopo il prestito da 78 miliardi di euro ricevuto a fine 2011 per evitare la bancarotta, ha condotto una politica di austerity oltre ogni limite: tagli alla spesa pubblica in ogni ramo, aumento delle tasse e, da un giorno all’altro, l’Iva al 23 percento. “Ma si sa, come ha detto pochi giorni fa il ministro dell’economia Vitor Gaspar, se manca la ripresa economica è colpa della pioggia’”, commenta ironica l’architetto Chiara Ternullo, 37 anni, catanese, in pianta stabile a Lisbona dal 2002. I portoghesi sono stanchi di questo governo, anche lei. Ma di rientrare in Italia, nonostante la forte recessione, Ternullo però non ci pensa nemmeno: “Dai miei colleghi e amici arrivano notizie peggiori. Il Portogallo in fondo è stato sempre un Paese in crisi che ha lottato e sa arrangiarsi. Gli italiani invece vengono da un lungo periodo di ricchezza: la verità è che alla prima sofferenza sappiamo solo lamentarci”.
Insomma nonostante un salario minimo di 560 euro, una disoccupazione al 17 per cento, una crescita quasi a zero, un Pil che ha fatto registrare un calo del 3,5 all’anno e una svendita continua del Paese, “a Lisbona si può ancora vivere bene”. Basta farsi un giro, dal quartiere del Barrio Alto fino al più esclusivo Cais do Sodrè, per capire che, tra la moria di negozi e le storiche case in rovina anni Cinquanta, la voglia di socializzare non manca: un caffè costa 65 centesimi, bere una birra con gli amici 1 euro mentre una cena a base di sardinhas (sardine) e a suon di Fado, la musica tradizionale portoghese, non supera mai i 10 euro. L’importante è sapersi regolare: “Con l’aumento dell’Iva c’è stato un grosso cambiamento – spiega l’architetto italiano – I portoghesi, dopo il boom del consumismo degli anni Novanta, sono tornati al supermercato con la lista della spesa per evitare di riempire in carrello di cose inutili. La vita è diventata in fondo più essenziale”.
Per il lavoro poi ci si arrangia, se, come dicono, bastano 900 euro per vivere a modo sulle rive del Tago. Dopo aver messo su uno studio, considerato tra i dieci più promettenti nel 2010, insieme al marito portoghese Pedro Teixeira de Melo, Chiara Ternullo, mamma di due gemelle di 4 anni, non nega certo le difficoltà: “Il lavoro va male, bisogna inventarselo. Ma trovi sempre una maniera per arrotondare: ho degli amici che preparano cene particolari per far quadrare i conti, io invece vendo limoncello fatto in casa”, sorride. Poi ci sono i premi ottenuti coi bandi di gara e i concorsi, anche in Italia. Dalla Sardegna ai piccoli comuni come Ischia, passando per Milano dove lo studio Ternullo-Melo si è classificato al terzo posto al concorso di idee per le architetture di servizio dell’Expo 2015. “Appunto, concorso di idee”, racconta l’architetto amareggiata. “Molti vinti, ma nessuno mai realizzato. Perché in Italia funziona così: prendono l’idea, ti pagano i diritti d’autore ma la realizzazione viene affidata (se affidata) a un’equipe diversa, i soliti amici degli amici. Una cosa del genere, per la cronaca, non esiste da nessun’altra parte al mondo. È una lotta contro i mulini al vento”.
Lo studio, che è stato appena scelto dal Maxxi di Roma per un’esposizione dedicata agli architetti italiani in Europa, in mostra con Renzo Piano e Lina Bo Bardi, sull’Expo di Milano è critico: “Ci ho creduto, tant’è che ho partecipato a entrambi i concorsi. Ma oggi penso sia un’occasione persa. Un progetto preliminare folle con fiumi di denaro pubblico solo per redigere i testi di motivazione”. Il pensiero allora non può che andare all’Expo 98, prototipo per la riqualificazione di quella fascia costiera semi-abbandonata che sta tra il ponte più lungo d’Europa, il Vasco de Gama, e la Baixa. “Adesso è un quartiere cittadino moderno, dedicato al turismo e al business delle nuove generazioni”, racconta l’architetto che in quegli anni, da studentessa universitaria, a Lisbona era arrivata per la prima volta richiamata proprio dalle nuove costruzioni. “Non so se a Milano riusciranno a fare lo stesso: il progetto pare non rispetti nulla di quello che chiedevano, la speculazione edilizia è già cominciata e i prezzi sono alle stelle. Mi sembra una battaglia già persa. Senza contare che quello che rimarrà ai cittadini rischia di essere un flop”.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
“Singapore, la Svizzera all’equatore. In Italia stipendi bassi, non posso tornare”
Articolo Successivo
Cervelli in fuga: la teoria dell’ex ragazzo di Corleone per combattere l’obesità
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Starmer chiede “pressioni su Putin” e annuncia una “riunione militare” dei Paesi ‘volenterosi’. Meloni: “L’Italia non invierà truppe. Lavoriamo con Ue e Usa”
Mondo
Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
Cronaca
Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.