Potrebbe essere una svolta epocale sul fonte del voto di scambio politico-mafioso, ma il Pdl annuncia battaglia già al primo vagito del testo base approvato all’unanimità in Commissione giustizia alla Camera. Oggi l’articolo 416-ter del codice penale punisce soltanto il voto comprato dal politico in cambio di soldi, e i casi concreti di applicazione sono rari (il più eclatante, in tempi recenti, quello dell’assessore regionale lombardo Domenico Zambetti, finito in carcere con questa accusa).
Il nuovo testo approvato in commissione estende invece la punibilità a “chiunque chiede o accetta la promessa di procacciamento di voti” con le modalità dell’associazione di tipo mafioso, “in cambio della promessa o dell’erogazione di denaro o altra utilità, ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze della associazione mafiosa di cui all’articolo 416-bis o di suoi associati”. Non solo voti in cambio di soldi, dunque, ma anche promesse di favori e appalti, come da anni chiedono le associazioni antimafia e molti magistrati in prima linea contro la criminalità organizzata. Il reato “è punito con la reclusione da 2 a 8 anni”.
“Abbiamo votato all’unanimità il testo base sul voto di scambio politico-mafioso: è un segnale molto importante su un tema delicato”, spiega Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia alla Camera. Ma, ribatte Enrico Costa del Pdl, quello di oggi è solo un “voto tecnico, perché il testo base andrà modificato”. Cosa che potrà avvenire da qui al 26 giugno, termine fissato per presentare gli emendamenti.
La riforma del 416-ter è tra i punti principali della campagna anti-corruzione Riparte il futuro, promossa da Libera e da Avviso pubblico, alla quale al momento aderiscono 98 senatori e 262 deputati.