Il presidente del Consiglio si affida alle parole della titolare delle Pari Opportunità. Maroni: "Se fosse accaduto in Germania sarebbe già stata licenziata". Crosetto: "Lasci e salvi la faccia". I magistrati di Ravenna vogliono fare chiarezza
Il presidente del Consiglio Enrico Letta si fida di Josefa Idem. Lo stesso ministro per le Pari Opportunità ha ammesso che sono emerse alcune irregolarità nei pagamenti di Ici e Imu , come hanno scritto alcuni giornali (tra i quali ilfattoquotidiano.it), e ha spiegato di essere pronta a assumersi ogni responsabilità. Oggi il capo del governo assicura: “Faccio fiducia su quello che ha detto il ministro Idem ieri”. Dello stesso segno le parole del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: “Non penso si debba dimettere – dichiara – saprà spiegare le ragioni del comportamento che le viene contestato”.
Nel frattempo, chi invece intende far luce sulla vicenda sono i magistrati di Ravenna: “La Procura è molto interessata al caso e attende le carte”. In Procura a Ravenna infatti si seguono con attenzione gli sviluppi della vicenda per capire se si possa configurare anche un’ipotesi di reato. La pista da seguire potrebbe essere in particolare quella dell’abuso edilizio. “Se non arriva qualcosa a breve lo andremo a chiedere noi – spiegano dal palazzo di giustizia di viale Falcone – La Procura si attiverà a brevissimo per verificare se si sono commessi reati“. Insomma, se non è questione di ore è questione di giorni e un fascicolo sarà aperto.
Ai magistrati infatti non è ancora arrivata alcuna comunicazione da parte della polizia municipale di Ravenna che ha seguito il caso e fatto i sopralluoghi nell’edificio di via Carraia Bezzi finito al centro della bufera. Una comunicazione che dovrebbe comunque arrivare molto presto.
A livello politico, anche se un po’ sottotraccia, la questione resta tra quelle nell’agenda dei partiti d’opposizione. In particolare della Lega Nord, che ha già presentato una mozione di sfiducia sia alla Camera sia al Senato. Se “fosse successo in Germania – afferma ora il segretario del Carroccio e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni – la ministra sarebbe già stata licenziata: siamo in Italia, quindi serve una spintarella, una mozione di sfiducia. Mi sembra veramente incredibile che, come è successo, uno predica bene e razzola male. Poi si cade sulla buccia di banana”.
Ma le dimissioni del ministro italo-tedesco vengono richieste anche dal coordinatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto: “Penso che il ministro Idem abbia la saggezza e la dignità per prendere la decisione giusta dopo questa vicenda personale che non può non avere conseguenze. Non penso sia possibile rappresentare un paese in Consiglio dei ministri avendo ammesso, con un atto di serietà encomiabile, un comportamento illegale. Poiché nel nostro Paese il presidente del Consiglio non può ‘dimetterla’ il gesto di serietà spetta solo a lei. Si dimetta e salvi la faccia”. Parola a cui si associa la collega e presidente del partito Giorgia Meloni: “Le dimissioni da ministro di Idem sarebbero un gesto importante e significativo, nonché un forte segnale di rispetto verso le istituzioni e quello che rappresentano”.
La Biancofiore sì e la Idem no. A criticare le parole di Letta è Gabriella Gianmanco, deputata Pdl: “Assurdo che il premier abbia deciso per un’intervista di revocare al sottosegretario la delega alle Pari Opportunità mentre sulla spiacevole vicenda del ministro Idem, il Presidente del Consiglio non abbia sentito il dovere di proferire nemmeno una parola di censura. Mi sembra una differenza di trattamento davvero inaccettabile. La comoda logica dei due pesi e delle due misure, a seconda dell’appartenenza politica, continua purtroppo a caratterizzare la sinistra”.
Così il Presidente della Commissione Giustizia al Senato Francesco Nitto Palma del Pdl: “Ho l’impressione che il fatto che viene addebitato al ministro Idem sia connotato da una certa gravità, ancora più grave in un momento di grande difficoltà del Paese. Penso che il ministro riterrà di fare le sue riflessioni e rifletterà anche sul fatto che se la stessa cosa fosse accaduta in Germania un ministro si sarebbe già dimesso”.
di David Marceddu