Proprio in questi giorni di maturità scoppia in Francia un piccolo scandalo, che sta però gonfiando sulla rete e al di fuori. I professori di francese hanno iniziato a interrogare gli studenti per l’orale della loro materia. Ebbene, i docenti delle commissioni di un provveditorato, quello delle città di Orléans e di Tours, all’Ovest di Parigi, dove l’anno scorso proprio quelle prove avevano registrato risultati fra i peggiori di tutto il Paese, si sono visti recapitare istruzioni perentorie: date sistematicamente voti più alti ai giovani maturandi. Fra le varie ragioni che motiverebbero tale decisione, la semplice (e deprimente) constatazione che i ripetenti costano alla scuola. E di soldi nelle casse pubbliche ce ne sono sempre meno.
La vicenda è stata segnalata dal giornale Le Figaro. E sono stati i rappresentanti di un sindacato, Sud, a fare la spia. In Francia, la votazione avviene su una scala da zero a venti. Il provveditorato avrebbe imposto ai professori nelle commissioni di utilizzare per il francese orale una scala da zero a ventiquattro, aumentando, quindi, tutti i voti assegnati. E permettendo in molti casi di dare la sufficienza a chi teoricamente non se la meriterebbe. “Siamo al di là di un limite ideologico inaccettabile – si legge in un comunicato della rappresentanza locale di Sud – non solo ci viene chiesto in generale di dare prova di benevolenza, ma ormai di gonfiare addirittura i voti ufficiali, così da far risalire il nostro provveditorato nelle statistiche nazionali”.
Maud Pestel, responsabile della comunicazione del provveditorato, ha assicurato che “non c’è questo sistema doppio di votazione, ufficiale e non”. Anche se ha ammesso l’esistenza “di uno schema di valutazione con criteri speciali”. Da parte sua, l’agenzia France Presse ha scovato lo schema relativo al francese orale, con una scala che va oltre i normali venti punti, ma appunto ventiquattro. E in un altro documento il provveditorato invita i docenti a “pensare positivo”.
“Si tratta ormai di una logica manageriale generalizzata, schiava dell’ossessione delle classifiche”, ha sottolineato Emmanuelle Kraemer, segretaria locale di un altro sindacato, Snes, maggioritario nella scuola secondaria francese. Siamo anche in un’ottica in Francia, imperante ormai da oltre vent’anni e confermata sia che la destra sia che la sinistra si trovi al potere, in cui si vuole portare a conseguire la maturità il maggior numero possibile di studenti, con scarsissime bocciature negli ultimi anni del liceo. Ma illuminanti sono soprattutto le parole, riportate dal Figaro, di un alto dirigente del ministero dell’Educazione nazionale, che è voluto rimanere anonimo. Ha sottolineato che “bisogna gestire bene i flussi dei ripetenti. Un punto percentuale in più di bocciati alla maturità a livello nazionale può tradursi in 2mila studenti bocciati all’anno: un costo considerevole per le casse pubbliche”.