“Se tra 11 giorni l’Iva sarà stata aumentata, non ci sarà più il Governo”. E’ l’affermazione di Daniela Santanchè (Pdl) ospite di “Quinta Colonna, il Quotidiano”. La questione è al centro di dichiarazioni politiche e del governo da giorni. Ad oggi la cancellazione dell’aumento dell’Iva non è possibile, ma un rinvio sì. E comunque anche rimandare un provvedimento previsto dal governo Monti il cui gettito è già a bilancio un costo ce l’ha: 1 miliardo per tre mesi (luglio-settembre) e altrettanti per l’ultimo trimestre 2013. E poi nel 2014 resta comunque da tirar fuori 4 miliardi tondi. Compito non facile considerando che altrettanto costerebbe cancellare l’Imu sulle prime case. Ma anche in questo caso l’escamotage potrebbe essere la ‘rimodulazionw’. Insomma rinvio e rimodulazione invece di sterilizzazione e cancellazione.
Ma il problema non è solo terminologico: il governo è al lavoro per trovare le migliori soluzioni tecniche, ma soprattutto per reperire le coperture necessarie. E, in attesa di capire come finirà con la trattativa sul deficit con Bruxelles (il premier Letta al momento la esclude, almeno fino alla chiusura della procedura di infrazione) o altre possibili ‘entrate’ (leggi accordo con la Svizzera) il compito non appare affatto semplice. Oltretutto l’Fmi promuove l’Italia e le ultime misure (il decreto ‘fare’), sollecita le riforme strutturali, ma lega il giudizio positivo proprio al “rispetto degli impegni nei confronti della Ue in termini di politiche di bilancio”.
Un commento positivo arriva intanto da Confindustria che dopo una campagna a tambur battente contro l’aumento, per bocca del suo presidente, Giorgio Squinzi, più realisticamente afferma: “i limiti e le difficoltà sono tanti, così se si prende qualche mese, se si rinvia di un po’, è una buona cosa”. Per il Governo, il viceministro all’Economia, Stefano Fassina spiega che “la misura migliore per incrementare l’occupazione è il rinvio dell’aumento dell’Iva”. E indica la tempistica “occorre sospendere l’aumento fino a dicembre e poi procedere strutturalmente. Le risorse si possono trovare”. Questo anche perché sarebbe assai complesso sospendere per soli tre mesi ed affidare poi il successivo intervento alla Legge di Stabilità, come ipotizzato, che sarà sì in vigore ma dal 1 gennaio 2014. Per il Pdl interviene Renato Brunetta legando il destino del Governo ai ‘fatti’: “I governi stanno in piedi se governano, se fanno le cose per le quali si sono impegnati come Imu, Iva, tasse, disoccupazione e Ue, che non sta facendo quanto dovuto”. Ma come noto Silvio Berlusconi ha già escluso che i suoi problemi giudiziari possano avere ripercussioni sull’attività dell’esecutivo. E Letta sull’Iva ha rassicurato: “Procederemo collegialmente”.
Ma la preoccupazione è alta: la sospensione dell’Imu e il blocco dell’aumento dell’Iva “sono due palliativi. – dice ad esempio Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere – Certamente andare a penalizzare ulteriormente i consumi in questo momento sarebbe disastroso”. Ma il punto vero è che “dobbiamo ripartire”. La Cgil invece rimane ferma sulle sue posizione per quel che riguarda l’Imu che va “riformulata” per renderla più progressiva “soprattutto per chi ha molte proprietà e alti redditi salvaguardando i possessori di una sola casa” ribadisce il segretario generale della Cgil Susanna Camusso a margine di Cgil-Incontri a Serravalle Pistoiese perché “con quelle risorse si può evitare l’innalzamento dell’Iva”.