Tra la base e gli attivisti del Movimento 5 stelle del Sud Milano c’è malumore, emerso nella riunione del 18 giugno, che ha chiamato a raccolta i Meet-up di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo e Melegnano. Una fetta importante del popolo grillino lombardo, che fin dall’inizio s’era messa al fianco di Beppe Grillo per supportarlo – anche tecnicamente – nella sua “discesa in campo” politica e durante le sue apparizioni a Milano e provincia.
Non era raro vedere, in quelle occasioni, persone con pettorine con sopra scritto: “Amici di Beppe Grillo, Melegnano” occuparsi della security durante affollatissimi comizi. Oggi i toni sembrano diversi. “Cari ragazzi, io penso che noi del M5S siamo ad una svolta importante: siamo impantanati come una macchina in una strada piena di fango, con le ruote che girano a vuoto, e più girano più andiamo a fondo”. Si legge a firma “Nicola A.” sul Meet-up del Sud Milano, a dimostrazione che la discussione interna è seria e non risparmia l’autocritica.
Il processo alla senatrice Adele Gambaro, colpevole di aver espresso pubblicamente il proprio disappunto nei confronti di Beppe Grillo e per questo espulsa dal gruppo parlamentare, ha certamente gettato benzina sul fuoco. Non ancora del tutto archiviano quel caso, è esploso poi quello della deputata Paola Pinna, anche lei a rischio espulsione. Situazioni al limite, che unite a vecchie diatribe a nome “Favia” e “Salsi” fanno scrivere ad alcuni attivisti del Sud Milano, che nel Movimento si è arrivati al punto che “prima di dire o fare qualsiasi cosa, bisogna pensare se quello che diciamo o facciamo andrà bene al Signor Grillo, perché altrimenti ci sbatte fuori”.
I grillini lombardi sono chiamati a raccolta il prossimo 23 giugno per l’Assemblea regionale che si terrà a Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano. Tra gli attivisti Sud milanesi che con maggior trepidazioni attendono quell’appuntamento, c’è Riccardo Cazzola, nell’ambiente conosciuto col soprannome di Riki Mago, un esperto informatico e titolare di un laboratorio di riparazioni elettroniche prima che la crisi glielo portasse via.
“Quello che domanderò io in sede regionale – dice Cazzola – è maggior trasparenza nella gestione del Movimento”. Cazzola parlerà in riferimento alla situazione generale, ma senza scordare alcune sue esperienze personali. Lui, che per il Meetup Milano1 curò le prime dirette streaming dei comizi di Grillo da Piazza del Duomo, ha spedito nei giorni scorsi il proprio curriculum alla direzione regionale del Movimento, per proporre la sua candidatura all’interno dello staff che cura la comunicazione. Non ne ha saputo più nulla. E così, considerandosi non proprio l’ultimo arrivato, da buon fruitore del web ha creato una discussione su Facebook, per chiedere conto di quella mancata risposta e domandando che venisse spiegato come si sarebbero scelti quei collaboratori.
Qualcuno ha postato che visto l’alto numero di curriculum arrivati è “stato dato seguito solo ai candidati più rispondenti ai requisiti richiesti”. Ma c’è stato anche chi ha risposto: “Trovo assurdo che per Riccardo non si sia trovato un ruolo, visto gli anni che ha dedicato a quello che non era ancora un movimento. In più sappiamo tutti benissimo il periodo difficile che sta passando. La gratitudine non è contemplata. Questo non mi piace”.
Cazzola è anche l’autore di una mozione, presentata ai nove consiglieri regionali lombardi del Movimento 5 stelle, per ampliare ad artigiani e piccoli imprenditori, il periodo proroga di 18 mesi del pagamento delle rate dei mutui, nel caso gli stessi attraversino un periodo di crisi e restino senza reddito. Un’altra battaglia che sente sulla sua pelle. Le banche, infatti, stanno per portargli via la casa. Per salvarla è stata pensata pure una donazione in rete.
“Ma per quanto riguarda la mozione anche lei s’è persa nei meandri della politica” dice Cazzola. “Vedremo – conclude – come ci risponderanno i nostri consiglieri regionali alla riunione del 23. E ne prevedo delle belle”.
Politica
M5S, anche tra i milanesi monta il malumore su espulsioni e “carriere”
Monta il dibattito nei Meet up in vista dell'assemblea regionale lombarda del 23 giugno. Tra i militanti c'è chi mostra insofferenza per il rischio di essere "sbattuti fuori" da Grillo per opinioni dissonanti. Il caso di "Riki Mago", attivista della prima ora: "Ho mandato il curriculum per il gruppo comunicazione, ma è scomparso"
Tra la base e gli attivisti del Movimento 5 stelle del Sud Milano c’è malumore, emerso nella riunione del 18 giugno, che ha chiamato a raccolta i Meet-up di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo e Melegnano. Una fetta importante del popolo grillino lombardo, che fin dall’inizio s’era messa al fianco di Beppe Grillo per supportarlo – anche tecnicamente – nella sua “discesa in campo” politica e durante le sue apparizioni a Milano e provincia.
Non era raro vedere, in quelle occasioni, persone con pettorine con sopra scritto: “Amici di Beppe Grillo, Melegnano” occuparsi della security durante affollatissimi comizi. Oggi i toni sembrano diversi. “Cari ragazzi, io penso che noi del M5S siamo ad una svolta importante: siamo impantanati come una macchina in una strada piena di fango, con le ruote che girano a vuoto, e più girano più andiamo a fondo”. Si legge a firma “Nicola A.” sul Meet-up del Sud Milano, a dimostrazione che la discussione interna è seria e non risparmia l’autocritica.
Il processo alla senatrice Adele Gambaro, colpevole di aver espresso pubblicamente il proprio disappunto nei confronti di Beppe Grillo e per questo espulsa dal gruppo parlamentare, ha certamente gettato benzina sul fuoco. Non ancora del tutto archiviano quel caso, è esploso poi quello della deputata Paola Pinna, anche lei a rischio espulsione. Situazioni al limite, che unite a vecchie diatribe a nome “Favia” e “Salsi” fanno scrivere ad alcuni attivisti del Sud Milano, che nel Movimento si è arrivati al punto che “prima di dire o fare qualsiasi cosa, bisogna pensare se quello che diciamo o facciamo andrà bene al Signor Grillo, perché altrimenti ci sbatte fuori”.
I grillini lombardi sono chiamati a raccolta il prossimo 23 giugno per l’Assemblea regionale che si terrà a Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano. Tra gli attivisti Sud milanesi che con maggior trepidazioni attendono quell’appuntamento, c’è Riccardo Cazzola, nell’ambiente conosciuto col soprannome di Riki Mago, un esperto informatico e titolare di un laboratorio di riparazioni elettroniche prima che la crisi glielo portasse via.
“Quello che domanderò io in sede regionale – dice Cazzola – è maggior trasparenza nella gestione del Movimento”. Cazzola parlerà in riferimento alla situazione generale, ma senza scordare alcune sue esperienze personali. Lui, che per il Meetup Milano1 curò le prime dirette streaming dei comizi di Grillo da Piazza del Duomo, ha spedito nei giorni scorsi il proprio curriculum alla direzione regionale del Movimento, per proporre la sua candidatura all’interno dello staff che cura la comunicazione. Non ne ha saputo più nulla. E così, considerandosi non proprio l’ultimo arrivato, da buon fruitore del web ha creato una discussione su Facebook, per chiedere conto di quella mancata risposta e domandando che venisse spiegato come si sarebbero scelti quei collaboratori.
Qualcuno ha postato che visto l’alto numero di curriculum arrivati è “stato dato seguito solo ai candidati più rispondenti ai requisiti richiesti”. Ma c’è stato anche chi ha risposto: “Trovo assurdo che per Riccardo non si sia trovato un ruolo, visto gli anni che ha dedicato a quello che non era ancora un movimento. In più sappiamo tutti benissimo il periodo difficile che sta passando. La gratitudine non è contemplata. Questo non mi piace”.
Cazzola è anche l’autore di una mozione, presentata ai nove consiglieri regionali lombardi del Movimento 5 stelle, per ampliare ad artigiani e piccoli imprenditori, il periodo proroga di 18 mesi del pagamento delle rate dei mutui, nel caso gli stessi attraversino un periodo di crisi e restino senza reddito. Un’altra battaglia che sente sulla sua pelle. Le banche, infatti, stanno per portargli via la casa. Per salvarla è stata pensata pure una donazione in rete.
“Ma per quanto riguarda la mozione anche lei s’è persa nei meandri della politica” dice Cazzola. “Vedremo – conclude – come ci risponderanno i nostri consiglieri regionali alla riunione del 23. E ne prevedo delle belle”.
IL DISOBBEDIENTE
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Israele, la tregua agita il governo. Smotrich: “Rovescerò l’esecutivo se l’esercito non occuperà Gaza”
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Furto in una cabina elettrica alla stazione di Roma Aurelia. Salvini porta il complotto in Parlamento: “A giorni riferirò in Aula”
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Giorgia Meloni e’ arrivata nella notte a Washington. La premier, come i tanti supporter Maga che si sono riversati nella capitale americana, è stata accolta dal freddo gelido che ha avvolto la città alla vigilia dell’inauguration day di Donald Trump.
Stamattina la premier è tra gli ospiti d’onore, unica leader europea destinataria di un invito diretto, della cerimonia di insediamento del presidente americano. Occhi puntati sul possibile incontro con Trump, stretto dal rigido protocollo di un evento articolato che ha il suo culmine alle 12 locali (18 italiane), quando il presidente pronuncerà il giuramento di rito e entrerà in carica.
Per un faccia a faccia il momento buono potrebbe essere dopo la firma degli atti esecutivi o, nel pomeriggio, al ballo riservato agli ospiti di Trump, Vip e finanziatori. Intanto, in tutta l’area dalla Casa Bianca al Campidoglio sono scattate già nella notte le misure di sicurezza, con barriere di metallo, dissuasori in cemento e cavalli di Frisia a chiudere le strade.
(Adnkronos) - Tutte cose che, come il prezzo delle stanze degli alberghi lievitato a minimo 5-600 dollari a notte, non hanno scoraggiato il popolo Maga, che nei locali che fanno da contorno a Pennsilvanya avenue è andato avanti fino a tarda notte festeggiando e indossando cappellini, sciarpe, spillette griffati ‘Make America great again’.
A fare da sottofondo, dagli angoli delle strade presidiati dai venditori di gadget ai locali traboccanti di fan di Trump, la musica dei Village people, vera e propria colonna sonora della marcia trionfale del neo presidente dai giorni della campagna elettorale fino a questo inauguration day.
Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - "Il sindaco, unitamente alla giunta, e il presidente del consiglio, unitamente all’intero consiglio comunale, condannano fermamente l’infame aggressione perpetrata, nella giornata di oggi, ai danni di un nostro concittadino settantaduenne ad opera di due malviventi, che dopo avere tentato di estorcergli del denaro, al rifiuto dell’uomo, lo hanno letteralmente massacrato, lasciandolo a terra, nella pubblica via, gravemente ferito". Così il sindaco di Lentini (Siracusa), Rosario Lo Faro dopo la rapina all'anziano rimasto gravemente ferito.
"Un atto di barbarie, insopportabile per l’intera comunità lentinese, che travalica ogni limite di tolleranza, di fronte al quale, una volta assicurati alla giustizia i due balordi, il Comune di Lentini non esiterà a costituirsi parte civile nel processo allo scopo di chiederne la massima punizione- dice -Da ultimo, interpretando il pensiero della città, ci auguriamo che la vittima possa, al più presto, riprendersi per ritornare all’affetto dei suoi familiari".
Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - Un anziano di 72 anni è ricoverato in gravissime condizioni dopo essere stato rapinato con violenza. E' successo a Lentini, nel Siracusano, in via Libertà, a pochi passi dallo stadio comunale. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti il pensionato stava passeggiando da solo quando è stato avvicinato da due persone, che avrebbero preteso dei soldi. Al rifiuto dell’uomo, i due hanno iniziato a massacrarlo con violenza, con calci e pugni, anche in faccia. A dare l'allarme sono stati i passanti che hanno messo in fuga i due mentre il 72enne è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Lentini dove è arrivato in gravissime condizioni. E’ in prognosi riservata. Ha una commozione cerebrale. La Procura ha aperto una inchiesta.
Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) - Romi Gonen, Emili Damari e Doron Steinbrecher. Sono loro le tre donne che, secondo quanto anticipato da Hamas, dovrebbero essere liberate alle 4 di questo pomeriggio (le tre ora italiana), dopo l'accordo raggiunto sul cessate il fuoco entrato in vigore questa mattina.
Emili Damari, 28 anni, ha doppia cittadinanza britannica, mentre Doron Steinbrecher, 31 anni, è romena. Entrambe erano state rapite da Kfar Aza il 7 ottobre del 2023. Steinbrecher, che è una infermiera veterinaria, viveva accanto alle abitazioni della sorella sposata e dei genitori nel kibbutz. "Sono arrivati. Mi prendono", aveva detto in un messaggio vocale inviato ai suoi amici la mattina del 7 ottobre. Damari si trovava nel suo appartamento quando sono arrivati i miliziani di Hamas che le hanno sparato a una mano e hanno ucciso il suo cane, Chooka. E' stata anche ferita alla gamba da una scheggia di proiettile. E' stata caricata sulla sua auto e portata a Gaza, come ha testimoniato la madre.
Romi Gonen era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. "Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue", erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l'auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.
Caltagirone (Catania), 19 gen.(Adnkronos) - "Nella Commissione Europea è vietata qualsiasi manifestazione religiosa, come se l'Europa fosse priva di radici e priva di valori. Io lo facevo apposta, facevo il presepe e mettevo il crocifisso nel mio ufficio, quando ero commissario europeo". Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone (Catania) a un incontro su Don Luigi Sturzo.
Caltagirone (Catania), 19 gen. (Adnkronos) - "E' finita la stagione del partito unico dei cristiani, però credo che non possa esserci una rinuncia dei cristiani a esprimere le proprie idee e i propri valori, anche nell'agire politico. Essere cristiani non è un fatto privato, che riguarda solo la nostra coscienza. Per un politico cristiano valgono tutte le cose che ha detto don Luigi Sturzo nei suoi lunghi anni di impegno. Significa di avere il coraggio di fare delle scelte, già il coraggio di dirsi cristiani". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone a un incontro organizzato in ricordo di don Sturzo. "C'è il timore di dire 'sono cristiano', non è mica un marchio di infamia. Puoi applicare alla politica i valori cristiani".
Caltagirone, 19 gen. (Adnkronos) - "Io domani mattina sarò in Israele e poi sarò a Ramallah, in Cisgiordania, per sostenere la pace, per incoraggiare questa tregua che è ancora molto fragile". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della sua visita a Caltagirone (Catania) per ricordare don Sturzo.
Tregua che "poi deve trasformarsi veramente in un momento di pace. Un cessate il fuoco che sta cominciando ora. Bisogna che tutte le parti facciano il massimo perché possa consolidarsi, che da una prima fase poi si possa passare alla seconda e poi alla terza. L'Italia vuole essere protagonista di questa costruzione di pace, come lo è stata in passato. E in Israele e in Palestina andrò a ripetere questo messaggio".
"L'Italia vuole essere anche garante di questa tregua e mi auguro che si possa in futuro anche avere la riunificazione della Palestina, Gaza e Cisgiordania, per poi dar vita, in futuro, ad uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. L'obiettivo è sempre quello della pace e mi auguro anche che si possa finalmente arrivare a sottoscrivere gli accordi di Abramo, che sono quelli che invisi ad Hamas, hanno provocato tutto quello che è successo in questi mesi", ha detto ancora il ministro.
"Bisogna capire che il cessate il fuoco, in queste prime fasi, è ancora fragilee bisogna fare il possibile per sostenere le parti - ha sottolineato Tajani - A mano a mano che, da un lato, aumenterà il flusso di ostaggiche tornerà a casa e, dall’altro il flusso degli aiuti alimentari ed energetici, dovremo far crescere la fiducia reciproca e la voglia di porre definitivamente fine al conflitto. Sarà molto difficile, ma è ciò su cui dobbiamo lavorare. Per questo la mia missione di domani servirà a dare un chiaro segnale che con la pace e la stabilità, di Israele ma anche dell’intera regione, finisce l’isolamento".
"Anp non può ancora riprendere il controllo di Gaza. Dobbiamo lavorare per una positiva prima fase di 6 settimane per aprire le porte alla seconda. L'Italia con la Ue e con i paesi amici arabi sarà impegnata in questa lunga maratona per costruire la pace", ha quindi aggiunto Tajani.
"In Libano adesso dovrà essere presa una decisione. Noi abbiamo un candidato che è di i altissimo livello, mi auguro che sia gradito sia ai libanesi sia agli israeliani, quindi credo che possa si possa raggiungere questo obiettivo", ha detto ancora il vicepremier rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se l'Italia conferma le truppe Unifil con l'Italia al comando. "Abbiamo sempre dimostrato, con i nostri militari, di essere protagonisti di pace, graditi a tutti, come sono graditi i nostri carabinieri in Palestina così le nostre truppe, che sono parte dell'Unifil, sono gradite per la loro capacità di integrarsi nel territorio, di saper rispettare tutte le diverse identità. Ecco, sono fondamentali per la costruzione della pace in quell'area tormentata nel Medio Oriente, dove noi vogliamo, ripeto, essere protagonisti e portatori di pace", ha concluso.