Dopo lo scarso successo di critica e vendita registrato dalla versione orientale della LX, la casa motoristica italiana amplia la gamma con il modello VX, più vicino alla LX venduta in Europa e prodotta a Pontedera
Il gruppo Piaggio ha presentato a Bombay la nuova Vespa VX, destinata esclusivamente al mercato indiano e prodotta nell’impianto locale di Baramati. Questo modello deriva strettamente dalla Vespa LX commercializzata in Europa e prodotta nell’impianto italiano di Pontedera (PI). Infatti, la VX indiana e la LX europea condividono molti elementi estetici e tecnici, a partire dalla presenza del freno a disco anteriore.
Piaggio ha introdotto il brand Vespa in India lo scorso anno, con la presentazione del modello LX tenutasi il 6 gennaio 2012 alla kermesse Auto Expo di Delhi. La produzione della Vespa LX indiana è partita a marzo 2012 nell’impianto di Baramati, mentre la commercializzazione è stata avviata il seguente mese di aprile nei 35 principali distretti del grande Paese asiatico. E’ stata proposta al prezzo base di 66.660 rupie, pari a circa 900 euro. Il prezzo più basso di oltre 2.500 euro rispetto all’omonimo modello europeo era legato non solo all’abissale differenza nel costo della manodopera tra India e Italia, ma anche per le soluzioni più economiche adottate, come la presenza del freno a tamburo anteriore e la specifica forma del posteriore per facilitare la manutenzione al motore e la sostituzione del pneumatico.
Al momento del debutto sul mercato indiano, Piaggio ha annunciato che, nel primo anno di commercializzazione, le vendite della Vespa LX sarebbero ammontate a 150mila esemplari, pari alla capacità produttiva iniziale dell’impianto di Baramati. Nel corso del 2013, invece, la capacità produttiva annua doveva aumentare a 300mila unità. Ma le cose sono andate diversamente. Infatti, dopo aver venduto solo 25mila esemplari da aprile a dicembre del 2012, nel mese di gennaio del 2013 Piaggio ha abbassato del 10% il listino della versione indiana della Vespa LX, il cui prezzo base ammonta adesso a 59.990 rupie, pari a circa 800 euro. Tra le cause dello scarso successo della LX indiana figurano la mancata percezione del livello premium su cui il brand Vespa ha puntato fortemente per le operazioni di comunicazione. Inoltre, il mercato indiano è ricco di prodotti della concorrenza, proposti a prezzi più bassi della Vespa LX.
Così, dopo aver venduto solo 52mila unità di Vespa LX nel primo anno di commercializzazione, Piaggio cambia strategia commerciale per il mercato indiano, puntando sull’ampliamento della gamma. Dopo la VX, sarà la volta di altri due modelli derivati dalla Vespa LX, vale a dire la sportiva Vespa S e la vintage Vespa LXV, anch’esse prodotte a Baramati. In India saranno commercializzate anche la Vespa GTS Super e la Vespa 946, quest’ultima già in vendita online allo sbalorditivo prezzo di 9mila euro.
Guardando al passato, il mercato indiano è sempre stato particolare per la Vespa. Il primo debutto in India risale al 1961, quando Piaggio siglò l’accordo industriale con l’azienda locale Bajaj. L’alleanza tra i due costruttori terminò dieci anni dopo, ma Bajaj continuò a produrre la Vespa con la denominazione Chetak, con discreto successo anche fuori dai confini indiani. Più emblematica la sinergia con LML. Piaggio produsse in India la Vespa PX dal 1984 al ’99, dopo di che cedette le linee di assemblaggio al costruttore indiano, il quale dette vita alla LML Star, prodotta e venduta ancora oggi anche in Italia e molto popolare tra i vespisti più intransigenti.