Mentre non è ancora stata trovata una soluzione all’emergenza cassa integrazione in Italia, la Cgil pubblica “numeri spaventosi, segno della crisi profondissima”, per descrivere la gravità del fenomeno. “I lavoratori in cassa integrazione a zero ore da inizio anno sono 520mila, con 460 milioni di ore nei primi cinque mesi”, avverte il sindacato. Sottolineando “una perdita secca in busta paga per i dipendenti coinvolti di 1,7 miliardi, pari a una riduzione del salario di circa 3.300 euro al netto delle tasse”.
I dati di maggio dell’osservatorio cig della Cgil, osserva la segretaria confederale Elena Lattuada, “confermano per l’ennesima volta come il trend ci porta inesorabilmente, anche per il 2013, al miliardo di ore di cassa integrazione, che si sommeranno ai 4,4 miliardi di ore messe a segno negli ultimi cinque anni”. Per la Cgil, che domani sarà in piazza a Roma con Cisl e Uil, “servono risposte urgenti, perché il lavoro è la vera emergenza”. A maggio le ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, sono state 89.315.049, in flessione sul mese precedente per un -10,68%. Ma nel periodo gennaio-maggio, rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno, l’aumento è del +6,74% per un totale di ore pari a 457.258.239.
Nel dettaglio, la cassa integrazione ordinaria cala a maggio sul mese precedente del -7,53%, mentre da inizio anno segna +22,56% sui primi cinque mesi del 2012. La cig straordinaria cala su aprile del 30,39% mentre nel periodo gennaio-maggio segna un +27,42% sullo stesso periodo del 2012. La Cig in deroga esplode a maggio, sul mese precedente, di un +139,02% e nei primi cinque mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso è in calo del 29,15%. Nelle regioni del Nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione (al primo posto la Lombardia, poi il Piemonte e il Veneto).
Nel centro primeggia il Lazio, mentre nel mezzogiorno è la Campania. Tra i diversi settori, è ancora la meccanica a registrare il ricorso più alto alla Cig. Poi l’edilizia che sorpassa il commercio. “Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (11 settimane) – calcola la Cgil – sono coinvolti nel periodo gennaio-maggio 1.048.757 lavoratori in cig ordinaria, straordinaria e inderoga. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 22 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 524.379 lavoratori, di cui 215mila in cig straordinaria e 177mila in cig in deroga”.