Credo che la conferma in appello della condanna a 21 anni e 4 mesi per omicidio volontario all’uomo che, guidando ubriaco, il 13 agosto 2011 in contromano sull’A26 uccise quattro giovani francesi sia una notizia importante.
Eppure, da una prima rassegna, non mi sembra che la sua eco abbia superato la dimensione locale. Al momento non mi sembra che ci siano state reazioni, commenti e letture, a tutti i livelli, a cominciare da quello politico e giornalistico, tali da raggiungere la maggior parte degli italiani. Eppure molti forse ricorderanno la strage in cui morirono i quattro giovani, di cui molto si parlò a livello nazionale, all’indomani della quale gli allora ministri Palma e Maroni proposero di introdurre il reato di omicidio stradale.
Una notizia importante perché, secondo la Corte d’Assise d’Appello di Torino, si è trattato di omicidio volontario. Quindi nessuna derubricazione a omicidio colposo, con colpa cosciente, così come aveva chiesto la procura generale.
Una notizia importante perché se la sentenza di ieri passerà l’esame della Cassazione è destinata a diventare un cardine di riferimento per altre sentenze.
Una notizia importante che Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, definisce “un elisir di fiducia nella giustizia vera, per noi dell’ASAPS che ci battiamo da anni affinché i crimini stradali non siano considerati reati nani. Un trionfo per chi si batte per la “pari dignità” dei reati stradali rispetto agli altri. Chi beve o si droga e infila un’autostrada contromano, deve rispondere della sua azione in termini di dolo eventuale”.
La distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente è molto complessa e su questo tema le opinioni, sia degli esperti che dei non esperti, si sono spesso divise e continuano a dividersi.
Secondo Biserni “per fugare ogni dubbio sulle sentenze per gli omicidi più gravi della strada alcol-narco correlati sarebbe sufficiente che finalmente il legislatore si decidesse a varare la nuova figura dell’omicidio stradale così come sollecitata dalle Associazioni Lorenzo Guarnieri, dall’Asaps e Gabriele Borgogni con una mirata raccolta di firme che ha superato quota 70.000 e che ora continueremo a proporre al Parlamento fino allo sfinimento”.
Una notizia importante da un lato, quasi un silenzio di fatto dall’altro. Mi chiedo se questo, ancora una volta, rispecchi, in generale, la considerazione che c’è in Italia sulla strage stradale.