E tre. Oggi ilfattoquotidiano.it spegne la sua terza candelina. A voltarsi indietro sembra passato un secolo da quello strano 22 giugno 2010 in cui niente funzionava e tutto andava storto. Allora avevamo sciolto gli ormeggi chiedendo ai lettori di augurarci buon vento. Ma la brezza, come in molti ricorderanno, si era subito trasformata in tempesta. I server cadevano, il sito si bloccava di continuo e per aggiornarlo la redazione era costretta a lavorare di notte. Dopo quattro giorni trascorsi senza chiudere occhio, alcuni di noi si erano presi una pausa ed avevano finito per addormentarsi sulle panchine di parco Sempione, a Milano.
Beh, da allora ne abbiamo percorse di miglia. Qui si continua a dormire poco, i turni di lavoro restano pesanti, ma di soddisfazioni ce ne siamo prese. Parecchie.
Per capire come sono andate le cose basta osservare qualche numero. Quelli di mercoledì 19 giugno, per esempio, quando i browser unici, secondo i dati Nielsen, sono stati 755.310, contro i 369.791 della stessa data di 12 mesi prima. O quelli di maggio che raccontano come quest’anno gli unique browser de ilfattoquotidiano.it siano stati 7.193.423 quando, nello stesso mese del 2012, erano 5.117.303, con un tempo medio di permanenza sul sito passato da 15 a 20 minuti a persona. Insomma siamo (molti) di più e chi viene qui trova articoli e video più interessanti da leggere, guardare e commentare.
È un risultato importante che, assieme alle nostre inchieste, i nostri scoop, le nuove sezioni, la web tv e le centinaia e centinaia di blogger che scrivono su queste pagine, dice cosa abbiamo fatto. Spiega come molti mattoni del progetto che avevamo pensato tre anni fa, siano stati davvero posati.
Ilfattoquotidiano.it non è più solo il web giornale dove si può trovare quello che gli altri molto spesso non dicono. Sta invece diventando un posto dove persone che hanno opinioni diverse tra loro riescono a confrontarsi trovando, di tanto in tanto, punti di vista in comune. Un posto dove ci si informa, si discute, ci si arrabbia, si riflette e un poco si cresce.
Tra molti errori, in questi anni abbiamo tentato di rispettare poche regole: tenere i fatti separati dalle opinioni (per questo nella parte destra del sito trovate le notizie e a sinistra i commenti); ospitare anche blogger che non la pensano come noi, correggersi sempre quando ci si sbaglia.
Siamo però tutt’altro che perfetti. Spesso non valutiamo bene le notizie, a volte le approfondiamo poco, ci sono settori in cui siamo dei veri e propri novellini. Qualcosa comunque sta cambiando. Grazie alle adesioni alla campagna utente sostenitore, che ha superato i 3000 abbonati, contiamo di avere le risorse (ovvero i soldi) per riuscire ad implementare Disqus in modo che, a partire da fine anno, le lamentele per i problemi di moderazione si riducano drasticamente. Gli articoli che nascono dalle vostre segnalazioni sono poi in aumento e la prima inchiesta suggerita dalla rete (quella sugli sprechi della sanità) è un modello di cui siamo orgogliosi. La replicheremo presto.
Anche la pubblicità è finalmente in crescita. Forse nel 2014 arriveremo al tanto agognato pareggio. Noi infatti non intendiamo fermarci qui. Dobbiamo diventare ancora più grandi per andare a competere con le corazzate dell’informazione sul web. Per dimostrare che anche in Italia si può fare informazione senza finanziamenti pubblici, banche, industriali o costruttori alle spalle. Abbiamo tante cose da dire e un mondo da raccontare.
Se volete, soffiate per spegnere le nostre tre candeline. Un po’ di vento ci serve. Il viaggio è lungo, ma noi vogliamo arrivare.