Il presidente, in un discorso a reti unificate, rassicura i manifestanti: "Faremo un grande Mondiale, ne sono sicura. E vi assicuro che il denaro per la costruzione degli stadi non ha sottratto risorse all’istruzione o alla sanità”. Poi apre alle richieste di chi è sceso in piazza per "manifestare in maniera pacifica" con un "ampio patto" per migliorare i servizi pubblici
”Organizzeremo un grande Mondiale il prossimo anno”. Le proteste e gli scontri che stanno invadendo le strade del Brasile non fermano il presidente Dilma Rousseff. “Dobbiamo trattare con riguardo i nostri ospiti, come sempre siamo stati trattati bene noi in tutte le edizioni del Mondiale di calcio”, ha specificato il presidente in un discorso a reti unificate.
Le violente manifestazioni dei brasiliani contro il governo, scoppiate a causa della corruzione dilagante e delle conseguenze economiche legate all’altissimo costo per la costruzione degli infrastrutture ‘mondiali’, hanno rischiato di far saltare sia la Confederations Cup, che è attualmente in corso, per problemi di sicurezza per gli atleti, sia la visita di Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della gioventù in programma dal 22 al 28 luglio. Ma la presidente rassicura: “‘Siamo l’unica squadra ad aver disputato tutte le edizioni dei Mondiali di calcio e ad averle vinte cinque volte. Faremo un grande Mondiale, ne sono sicura. E vi assicuro che il denaro per la costruzione degli stadi non ha sottratto risorse all’istruzione o alla sanità”.
Poi apre alle richieste di chi è sceso in piazza per “manifestare in maniera pacifica” con un “ampio patto” per migliorare i servizi pubblici, che verrà attuato con la partecipazione delle autorità provinciali e municipali delle principali città del paese, dei leader delle manifestazioni popolari, delle organizzazioni sociali ed associazioni di studenti. Roussef però ha anche lanciato un avvertimento: il governo “manterrà l’ordine” e non consentirà che il vandalismo macchi “un movimento democratico legittimo”. “Nè il governo né la società possono accettare che una minoranza violenta ed autoritaria – ha affermato Dilma Rousseff – distrugga il patrimonio pubblico e privato, attacchi i luoghi di culto, incendi automobili e voglia portare il caos nei nostri principali centri urbani”.
Mentre tutte le reti trasmettevano il discorso, però, il Paese continuava ad essere scosso dalle proteste. A San Paolo, dove secondo la polizia hanno manifestato circa 10mila persone, dieci importanti tratti di autostrade sono stati bloccati dai dimostranti. Alcuni automobilisti intrappolati negli ingorghi hanno denunciato di aver subito furti. A Rìo de Janeiro atti di vandalismo sono stati compiuti nel centro della città, dove sono stati saccheggiati decine di esercizi commerciali. Undici persone sarebbero state arrestate.