"Nessuno scambio con il Cavaliere è pensabile, neppure per la tenuta del governo": il ministro per gli Affari regionale boccia sul nascere l'ipotesi di un accordo con l'ex premier. E invita Renzi a candidarsi come leader del partito democratico
“Non si possono accettare norme ad personam, nessuno scambio con Berlusconi è pensabile, neppure per la tenuta del governo”. Non ha usato mezze parole il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio per bocciare ogni ipotesi di legge salva-Berlusconi. Intervistato da Repubblica, l’ex sindaco di Reggio Emilia è stato chiaro: “Il Pd si muove nel rispetto della legalità. Può trovare il compromesso per aiutare i giovani a trovare lavoro, per rendere più efficiente la giustizia. Un compromesso va cercato sulle riforme. Ma i partiti – ha sottolineato Delrio – non possono sacrificare l’interesse collettivo per quello di un singolo”.
Proprio per questo motivo, a sentire il ministro un’eventuale legge che blocchi l’interdizione dai pubblici uffici in favore del Cavaliere “sarebbe inammissibile. Significherebbe introdurre una norma per dire che le sentenze della Cassazione devono essere eluse”. “Non si possono ledere o bypassare le sentenze della magistratura” è il messaggio di Delrio, che, parlando del congresso Pd, invita Matteo Renzi a candidarsi alla segreteria. “Può interpretare una forma di partito democratica che valorizza e fa sintesi delle diversità. In questo momento – ha osservato il componente del governo Letta – non c’è una corsa per fare il candidato premier, non ci sono elezioni convocate, è quindi attraverso il partito che si fa una proposta al paese. Può essere il primo leader democratico a vincere poi le elezioni e restituirci il bipolarismo”. Su leadership e premiership “sono perché la coincidenza rimanga – ha detto Delrio – Ma il futuro segretario faccia come ha fatto Bersani quando sarà il momento: consenta di essere sfidato”.