“Il destino del governo è legato al programma e se non è realizzato il governo non va avanti. Dobbiamo intervenire sulle tasse e detassare le nuove assunzioni. Sono questioni fondamentali e, a partire dall’Iva, la nostra linea è evitare l’aumento della tassazione”. Alfano, in collegamento telefonico con il Festival del Lavoro di Fiuggi lancia un ultimatum a Enrico Letta, anche in vista del consiglio dei ministri di mercoledì, dove, tra i vari provvedimenti, verrà discusso il nodo dell’aumento dell’Iva. “Sulla questione giudiziaria le nostre idee sono fin troppo chiare – prosegue Alfano – ma non le abbiamo poste come questione condizionante per il governo. L’economia deve essere invece la bussola”.

Il programma sul tavolo è ampio, ma il cuore, secondo Alfano, rimangono gli interventi economici: “Noi abbiamo sempre rilanciato -ha spiegato- l’idea di un programma economico che sia la bussola della buona azione dell’esecutivo. Noi siamo al governo a presidio del fatto che l’esecutivo non aumenti le tasse, questa è la questione fondamentale”. Secondo Alfano “alcuni gol questo governo li ha fatti e hanno avuto il meritato consento da parte dell’opinione pubblica. Mi riferisco per esempio agli eco bonus che possono rimettere in moto l’edilizia e mi riferisco a ad alcuni interventi molto efficaci Equitalia e una riforma in direzione liberale dei suoi poteri. Così come una serie di decreti urgenti e che quindi entreranno in vigore immediatamente che riguardano le infrastrutture e i lavori pubblici. Ora -ha concluso- dobbiamo innanzitutto intervenire sulle tasse, diminuirle sui nuovi assunti”.

Per reperire le risorse per abbattere il cuneo fiscale servono “tagli alla spesa pubblica improduttiva perché nessuno riuscirà a dimostrarmi mai che 800 miliardi di bilancio della pubblica amministrazione sia un bilancio che non è sottoponibile a una cura dimagrante. A dieta bisogna mettere lo Stato e non le aziende, i cittadini, le famiglie e i professionisti”. Per Alfano serve anche “disincagliare la spesa che è appostata in capitoli anche importanti ma che non può essere spesa entro la fine dell’anno e utilizzarla immediatamente -conclude- per favorire le nuove assunzioni”.

BRUNETTA: “ECONOMIA STELLA POLARE, BRAVO ALFANO” – Molti nel Pdl plaudono alle parole di Alfano. Il primo è Renato Brunetta: “Parole di assoluta chiarezza dal nostro segretario e vicepremier, Angelino Alfano. Dal Pdl massima lealtà verso l’esecutivo di Enrico Letta, ma i provvedimenti economici devono essere la stella polare da seguire senza esitazioni”. Il capogruppo del Pdl alla Camera ha ribadito i punti fondamentali su cui si concentrano le attenzioni del partito di Silvio Berlusconi: “Cancellazione definitiva dell’Imu sulla prima casa e stop all’aumento dell’aliquota Iva sono i primi punti da perseguire con convinzione, senza se e senza ma. E dalla prossima settimana -conclude Brunetta- comincia il percorso di revisione della legge Fornero sul lavoro. Solo così si può andare avanti, il governo governi e noi saremo dalla sua parte”. E lo conferma anche Daniela Santanchè: “Imu e Iva sono due punti irrinunciabili della nostra agenda politica e del programma di governo”.

FASSINA: “UTILE EVITARE AUMENTO DELL’IVA, MA PERCHE’ ALFANO NON CONTRIBUISCE A TROVARE SOLUZIONE?” – E dal Pd non tarda ad arrivare risposta. “L’Iva non va aumentata, perché produrrebbe un effetto recessivo e si peggiorerebbe la congiuntura del Paese”, afferma il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani dal corteo dei sindacati a Roma. Il punto viene ribadito dal vice ministro dell’Economia Stefano Fassina. “La migliore, la più efficace, l’unica ricetta utile per il lavoro è la ripresa -sottolinea Fassina- e per questo evitare l’aumento dell’Iva è l’intervento più utile che possiamo fare per il lavoro perchè vuol dire non ridurre ulteriormente i consumi, le attività delle imprese e l’occupazione. L’Iva quindi è una priorità, soprattuto ai fini del lavoro”. A quanti fanno osservare che il non aumento dell’Iva può essere interpretato come un favore che il Governo fa a Silvio Berlusconi, Fassina risponde “che non è affatto vero” ricordando invece che “si tratta di uno dei punti che il Pd ha posto sin dalla sua campagna elettorale”. Poi lancia una frecciatina ad Alfano a cui chiede perché “non contribuisca a trovare le soluzioni. Oppure – domanda ancora – cerca di scaricare sul piano programmatico del governo le tensioni accumulate da Silvio Berlusconi sul versante giudiziario?”.

FRANCESCHINI: “CHI E’ DENTRO AL GOVERNO NON PRONUNCI DIKTAT AL GOVERNO” – Più critico invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. “Ogni giorno ci sono esponenti politici di maggioranza che minacciano la caduta dell’esecutivo se non vengono adottate determinate misure economiche, ovviamente senza che vengano indicate le necessarie coperture o la compatibilità con i vincoli europei. Adesso siamo arrivati alla perfezione di ‘diktat’ al governo pronunciati da esponenti che del governo fanno parte. Evidentemente lanciano ultimatum a se stessi”. “Tra tutte queste parole noi -dice- intanto continuiamo a lavorare per reperire le risorse possibili, senza nuovi costi sociali non più sostenibili, per affrontare la prossima settimana i temi dell’aumento dell’Iva dal 1 luglio, deciso dai precedenti governi, e del lavoro per i giovani, come hanno chiesto giustamente oggi anche i sindacati”.

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