Una dirigente dei Giovani Democratici e tra le fondatrici del Pd in città dice pubblicamente che voterà l'uomo di Grillo. E il partito la espelle
“Non credete alla trappola di chi vi propone un inciucio. Andate a votare, da Ragusa arriverà una grande sorpresa”. Beppe Grillo ci crede. E ieri sera ha scelto il capoluogo ibleo per chiudere l’ennesimo tour elettorale in Sicilia. Da qui, l’unica città dell’isola dove il Movimento cinque stelle ha portato un suo candidato al ballottaggio, potrebbe uscire il terzo sindaco grillino di questo turno di elezioni amministrative. A contendersi la poltrona di primo cittadino sono Giovanni Cosentini, 61 anni, sostenuto da una grande coalizione che comprende il Pd, Il Megafono del presidente Rosario Crocetta, l’Udc e pezzi del Pdl, e Federico Piccitto, 37 anni, ingegnere elettrico, candidato dei Cinque stelle.
Ma stavolta i grillini non sono soli. Il tabù delle alleanze è caduto. Ad appoggiare Piccitto ci saranno Sel e le due liste civiche Partecipiamo e Movimento città, che al primo turno, insieme, hanno raggiunto il 26 per cento delle preferenze. Quindici giorni fa la distanza tra i due candidati è stata netta: Cosentini ha ottenuto il 29 per cento, Piccitto il 15.64, conquistando il ballottaggio per poco più di 200 voti. Eppure il risultato non è scontato. Sia per la svolta storica del Movimento cinque stelle di spezzare l’autoisolamento, ma soprattutto perché a molti, anche all’interno del Pd, “la grande ammucchiata” proprio non piace. “Voterò Piccitto, perché tra un finto candidato del centrosinistra, ma punto di riferimento del centrodestra e di Totò Cuffaro, e una persona per bene a prescindere dalle appartenenze, scelgo secondo coscienza”. A parlare così è Valentina Spata, dirigente dei Giovani Democratici e tra le fondatrici del Pd di Ragusa nel 2007.
Per le sue dichiarazioni i referenti regionali le hanno comunicato di essere decaduta d’ufficio dal partito. Cosentini, il candidato della grande coalizione, ex Pid, il partito di Saverio Romano, è il vicesindaco uscente. Dal 2006 al 2012 numero due di Emanuele Di Pasquale, eletto nel 2006 tra le fila del Pdl, oggi deputato regionale del Movimento per il Territorio, che alle elezioni di un anno fa ha contribuito alla elezione di Rosario Crocetta. E proprio il governatore giovedì sera, presente a Ragusa per sostenere Cosentini, ha replicato alle accuse di inciucio e difeso il nuovo laboratorio Sicilia. “Il giochetto della semplice contestazione non produce nulla. L’abbiamo sperimentato a Roma e ha prodotto tre mesi di stallo – ha affermato facendo riferimento al Movimento cinque stelle – Chi indossa la casacca dell’estremismo alternativo in realtà finisce per favorire il rallentamento e perfino la conservazione. Sul nostro asse con le forze moderate e cattoliche non consento strumentalizzazioni”.
Per il governatore si tratta di un modello vincente. “Siamo protagonisti di una svolta epocale – ha aggiunto – Non possiamo permetterci di portare avanti una battaglia di testimonianza, la nostra è una battaglia di trasformazione”. Ad ascoltarlo tra gli altri c’erano Guglielmo Epifani, segretario nazionale del Pd, e Giampiero D’Alia, ministro per la Pubblica amministrazione e uomo forte dell’Udc siciliano. Una corazzata contro cui si è lanciato ieri Beppe Grillo, che ha trascorso l’intera giornata a Ragusa, parlando con agricoltori, piccoli imprenditori, allevatori e concludendo con il comizio serale. Tanta gente ad ascoltarlo, ma meno rispetto alle ultime elezioni nazionali. “Per colpa tua Berlusconi è tornato al governo”, lo ha accusato un contadino. “Lascia che ti spieghi, perché è colpa della cattiva informazione”, ha replicato Grillo che ha ammesso gli errori fatti anche nell’isola. “Abbiamo fatto 50 liste anziché concentrarci sulle città importanti come Catania e Messina, ma non succederà più”. Per il Movimento cinque stelle la speranza di risalita inizia ancora una volta dalla Sicilia.
di Salvo Catalano