Per Gian Roberto Casaleggio “la democrazia rappresentativa perderà significato“, gli eletti dovranno “comportarsi da portavoce”, limitarsi a “sviluppare il programma elettorale” annunciato. Inoltre “ogni collegio elettorale dovrebbe essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ogni momento attraverso referendum locali”. Il co-fondatore del Movimento Cinque Stelle rompe un lungo silenzio con un’intervista alla Lettura del Corriere della Sera. Dove non vengono toccati i temi caldi delle ultime settimane, come la questione dei redditi derivati dal blog politico di Beppe Grillo – uno spazio web lanciato proprio dalla Casaleggio Associati – o il nodo delle espulsioni dei parlamentari “dissidenti”.
Il colloquio verte sui massimi sistemi che stanno alla base della novità politica dei pentastellati, dalla democrazia diretta all’uso di internet per decidere i candidati e le posizioni del Movimento. Solo in un paio di passaggi Casaleggio entra nel merito di alcuni aspetti controversi. Per esempio, chiede l’inervistatrice, è davvero “social” un meccanismo in cui Grillo fa “cadere” i suoi post dall’alto e raramente risponde ai successivi commenti? “I post di Grillo sono l’avvio di una conversazione collettiva”, è la risposta. “Le domande più frequenti poste a Grillo in Rete spesso diventano materia di nuovi post che sono una forma di risposta altrimenti impossibile per i milioni di contatti”. E sul difficile avvio della prima esperienza parlamentare del Movimento, dopo il boom elettorale delle politiche di febbraio, secondo Casaleggio “tutto quello che è successo, compresa la chiusura a riccio del Sistema per mantenere lo status quo e l’inesperienza dei neoparlamentari, era prevedibile, tranne l’attacco mediatico senza precedenti per l’Italia repubblicana, spaventoso”. Ma “nel medio-lungo termine sono comunque convinto che i movimenti prevarranno sui partiti, questo vale per il M5S ma anche per nuove formazioni che oggi non sono ancora visibili in Italia».
Il “guru” tecnologico dei Cinque Stelle parla anche dell’attesa applicazione, sul modello di Liquid Feedback, che dovrebbe perfezionare proprio il meccanismo della democrazia diretta. Anche se non risponde alla domanda sui tempi previsti per l’avvio. “Il software utilizzato consentirà ai parlamentari di presentare in anteprima le loro proposte di legge agli iscritti che potranno integrarle, commentarle, ‘complementarle’ entro un periodo determinato; inoltre in futuro gli iscritti avranno anche la possibilità di suggerire nuove proposte di legge ai parlamentari“.
A proprosito di democrazia diretta, argomento controverso tra gli studiosi della politica da ben prima dell’avvento di internet, secondo Casaleggio sarà necessaria la revisione “dell’architettura istituzionale”. Le prime modifiche alla Costituzione dovrebbero riguardare “il referendum propositivo senza quorum, l’obbligatorietà della discussione parlamentare delle leggi di iniziativa popolare, l’elezione diretta del candidato che deve essere residente nel collegio dove si presenta, l’abolizione del voto segreto, l’introduzione del vincolo di mandato“. Ma la democrazia diretta resa possibile dalla rete, precisa, “non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata”.