“Ci saranno tante settimane importanti. Non definirei questa la decisiva“. Enrico Letta, intervistato da Lucia Annunziata a “In mezz’ora”, smentisce che la prossima settimana il governo delle larghe intese, con il consiglio dei ministri che si pronuncerà sui temi caldi di Iva e lavoro, si troverà a un bivio decisivo. “E’ una maggioranza originale, non può non discutere”, ammette il presidente del consiglio, richiamandosi alle polemiche degli ultimi giorni, in particolar modo quella sull’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento. Tema sul quale il vicepresidente del consiglio Angelino Alfano ha minacciato il governo di staccare la spina

IVA – E sulla questione Letta tiene a rimarcare un punto: “Non è che io voglio aumentare l’Iva, è già stato deciso ed è già nel bilancio dello Stato, dobbiamo trovare le risorse per eliminarlo o spostarlo. Sono fiducioso che troveremo una soluzione, però attenzione ad andare avanti a diktat, non serve a nessuno”, perchè l’aumento dell’Iva “è figlio di decisioni assunte nella prima metà del 2011 dal governo Berlusconi per salvare una situazione”. Insomma, “l’aumento è stato già deciso e noi dobbiamo trovare le risorse per evitarlo. O spostarlo. Bisogna trovare altre risorse. Sono fiducioso che troveremo una soluzione ma i diktat non servono a nessuno”. E sull’Imu? “E’ una data fissata per legge, entro il 31 agosto ci sarà la riforma dell’Imu e ci impegneremo a mantenerla”.

MINISTRO IDEM – L’altro tema che in questi giorni ha scosso il governo è stato il caso del ministro Idem. “Domani pomeriggio incontrerò la ministra. Parleremo e poi insieme decideremo – anticipa il premier – Confesso che non ho visto ancora tutte le carte (leggi). Da parte nostra dobbiamo essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole” come “elemento chiave del nostro governo. Nessun doppio standard”.

RISCHIO DEFAULT – Poi la risposta alla questione sollevata dal Fatto Quotidiano, di un imminente rischio default per L’Italia. ” Se facciamo le cose giuste e con prudenza si timona la nave e facciamo le cose”, rassicura Letta.

LAVORO DEI GIOVANI – Al centro del lavoro dell’esecutivo, però, deve esserci il lavoro dei giovani e la lotta alla disoccupazione: “Sono felice che il lavoro sia il tema sia al centro del dibattito perché in Ue è crollato e in Italia ancora di più. Noi siamo abituati al tema del tasso disoccupazione alto ma non come gli ultimi 5 anni. Per la crisi abbiamo messo tutti i soldi per salvare il lavoro di chi era al lavoro tanti, una cifra pari a 38 miliardi di euro. E poi nello stesso tempo la riforma delle pensioni ha fatto allungare l’età pensionabile consentendo la non assunzione dei giovani. Due cose che hanno messo i giovani ai margini, oggi il loro lavoro va rimesso al centro, anche con un erasmus per il lavoro”. E proprio per questo l’esecutivo è al lavoro “per un piano nazionale con un’intensità maggiore per il Sud, ma con importanti provvedimenti anche per il nord”. Nessuna anticipazione, però, sulle cifre: “Ne parleremo mercoledì – sostiene Letta – ma sarà una cifra significativa, che è frutto dei fondi strutturali europei più alcune risorse che stiamo trovando”. Su un punto, però, Letta è chiaro: “Non c’è bisogno di un permesso europeo – spiega il presidente del Consiglio, specificando che  non andrà dagli altri leader Ue a “chiedere soldi” perché queste risorse sono già nella disponibilità dell’Italia”.

GIUSTIZIA E PROCESSI DI BERLUSCONI – Sulla questione giustizia, la discussione finisce sui processi di Berlusconi. Il presidente del consiglio risponde con molta cautela: “Ho sempre pensato che devo lavorare come se questi temi non ci fossero, il governo rispetta l’autonomia della magistratura, noi lavoriamo per aiutare il Paese e la giustizia civile ha problemi maggiori di quella penale”. Alla domanda se Berlusconi non debba reagire ai processi ed alle sentenze che lo riguardano, il premier ha risposto: “Questo non lo so. Ho visto la reazione collaborativa dopo la sentenza della Consulta”.

FINANZIAMENTO DEI PARTITI – Il disegno di legge che riforma la disciplina del finanziamento ai partiti “introduce un meccanismo per il quale se un cittadino non vuole dare un euro ai partiti politici non darà un euro; se vuole dare un euro, lo darà con un’incentivazione fiscale. Non c’è nessun nessun trucco sull’inoptato del 2 per mille”.

BRUNETTA: “IVA AUMENTATA DA MONTI” – Alle parole di Letta sul nodo Iva replica subito Renato Brunetta dai microfoni di SkyTg24. “Il presidente Letta intervistato da Lucia Annunziata tra le altre cose ricorda come è nato l’aumento dell’Iva, dal prossimo primo luglio, di cui si sta discutendo in queste settimane. Sono le norme introdotte dal governo Monti, dunque, che prevedono l’aumento delle aliquote Iva e non, come superficialmente affermato da tanti, il Dl 98/2011 del governo Berlusconi“, afferma il capogruppo del Pdl alla Camera.

“Vista le delicatezza dell’argomento, vorremmo ricordare a noi stessi e quindi al presidente Letta come sono andate realmente le cose, per evitare confusione o giudizi ingenerosi“, aggiunge, citando tutta una serie di provvedimenti e articoli che hanno discipinato la materia. “L’articolo 40 del Dl n.98 del 6 luglio 2011 (governo Berlusconi), disponeva la riduzione del 5% nel 2013 e del 20%, a decorrere dal 2014, dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale (deduzioni e detrazioni) e la non applicazione di tale riduzione ove, entro il 30 settembre 2013, fossero stati adottati provvedimenti legislativi in materia fiscale ed assistenziale aventi ad oggetto il riordino della spesa in materia sociale tali da determinare effetti positivi ai fini dell’indebitamento netto (cioè riduzioni), non inferiori a 4 miliardi di euro per il 2013 e a 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014″.

Mentre con l’articolo 18 del Dl n. 201 del 6 dicembre 2011 (governo Monti), spiega Brunetta, “il legislatore ha inteso sterilizzare le suddette riduzioni delle agevolazioni fiscali, prevedendo al posto di quest’ultime, l’incremento di 2 punti percentuali delle aliquote Iva del 10% e del 21% (che sarebbero quindi passate al 12% ed al 23%) a decorrere dal 1 ottobre 2012. L’articolo 21 del Dl n. 95 del 6 luglio 2012 (Spending review) ha poi posticipato l’incremento delle aliquote Iva del 2%, disposto dal Dl 201/2011, fissandone la decorrenza al 1°luglio 2013 (in luogo del 1 ottobre 2012).

E il comma 1 dell’articolo 12 della legge di Stabilità 2013 ha rideterminato l’aumento dell’Iva previsto dal 1 luglio 2013. Stando a quella disposizione, le attuali aliquote del 10% e del 21% sarebbero dovute aumentare rispettivamente all’11% e al 22% (in luogo dell’aumento al 12% ed al 23%)”. Successivamente – conclude Brunetta – “le modifiche parlamentari alla legge di Stabilità 2013 hanno scongiurato l’aumento dell’aliquota Iva dal 10% all’11%”.

GASPARRI CONTRO ANNUNZIATA – Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, si scaglia invece contro la giornalista Annunziata. “Sono ben consapevole che Enrico Letta è presidente del Consiglio prima ancora che esponente di punta del Pd”, ha detto. “Ha tutto il diritto-dovere di rispondere in televisione su quanto fa il governo. Comunque la si voglia mettere si ha però la conferma dello strabismo politico della Annunziata, spompato, fazioso e logoro megafono della sinistra”. E ha concluso: “Porremo in commissione di vigilanza il problema della colpevole distrazione dei vertici Rai su questo spazio della Annunziata dedicato alla propaganda della sinistra e alla denigrazione del centrodestra”.

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